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La legalità è stata ristabilità. Senza l'uso della forza. Senza scontri. Senza contestazioni violente. Dopo quasi un mese di occupazione. Quasi. Perché se quel mese di occupazione fosse scattato, gli occupanti, quell'evento, lo avrebbero anche festeggiato. Il 2 dicembre prossimo, sabato. Con conferenze, iniziative, ed una festa, ad invito pubblico. E forse è stato lì, nella volontà di spostare un po' troppo, ostentandolo con un evento celebrativo, quel limite della tolleranza di fronte all'illegalità (che più volte nelle ultime tre settimane era stato spostato), che si è giocata (ribadiam, forse), la scelta di sgomberare. Oggi, prima del fine fine settimana che avrebbe celebrato quel primo mese. Solo un'ipotesi, intendiamoci, ma, crediamo, più che fondata.
Perché in una società civile (come Modena ha dimostrato ancora una volta di essere), dove nessuno vuole dare (e tantomeno ricevere) smanganellate (come successe in Piazzale Redecocca l'inverno scorso), c'è anche lo spazio di spostare il confine di ciò che è tollerabile, agli occhi della legge, e ciò che non lo è più. Ed oggi lo Stato ha deciso di riaffermare il primato dello Stato che ha il diritto dovere di tutelare, e di mediare, gli interessi ed i diritti di tutti i cittadini (che siano proprietari ed occupanti), e, soprattutto, la sicurezza pubblica. Perché a questo uno stato non può e non deve prescindere. Uno Stato che è stato capace, in questo caso, di affermarsi non solo come forza istituzionale ma come entità a tutela dell'interesse pubblico.
Dove dentro ci sta tutto, compreso la capacità di mediare, pur nell'illegalità, compreso la tutela della libertà di espressione di chi ha dichiaratamente infranto la legge per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica su un problema che le istituzioni, ed in particolare il Comune, non riesce a risolvere sul piano politico. Da anni. Quello di una quantità enorme di spazi pubblici (e non solo privati da rimettere in rete), abbandonati al degrado da decenni, non utilizzati e che rappresentano un assurdo se posto a confronto con l'altrettanto grande mancanza di spazi di cui, in questa città, soffrono associazioni e cittadini, soprattutto giovani. Un tema che il Guernica ha voluto rilanciare con uno strumento inaccettabile come lo è qualsiasi forma di violazione della legge, ma che, pur senza giustificazione, ha rappresentato un modo per richiamare l'attenzione sul problema, con quella forza (e quella partecipazione) che decine di articoli di stampa o condivisioni su Facebook, non riescono ad ottenere. E ha continuato a farlo oggi, davanti e dento il Municipio, a confronto con la giunta che ha deciso di riceverli (giustamente), una volta ristabilità la legalità. E in questo senso, oggi, è un pò come se l'obiettvo fosse stato raggiunto da tutti. Da chi, quel messaggio voleva mandarlo, e da chi, giustamente (si può discutere sui tempi comunque sempre vincolati all'intervento su un bene privato), ha riaffermato, con equilibrio e senza conseguenze, il primato della legge, delle istituzioni e dello Stato.
Gianni Galeotti