Orrore green pass, quella ferita va curata con la richiesta di perdono
 
  
Occorre guardarla in faccia quella ferita inflitta a un corpo sociale innocente, chiedere scusa alle famiglie, ai ragazzi, ai lavoratori e da lì ripartire
Eppure nessuno, nemmeno gli esponenti del nascituro Governo a traino Fdi ha ancora chiesto scusa per quello che è stato fatto e che ancora viene fatto. Nessuno ha chiesto scusa ai lavoratori ultra 50enni, ai poliziotti, agli insegnanti umiliati e cacciati dai loro uffici per non aver aderito al trattamento sanitario. Nessuno ha chiesto scusa ai bambini di 12 anni esclusi dai luoghi dello sport e dall'autobus. Nessuno ha chiesto scusa ai genitori di fatto obbligati a fare per i loro figli scelti che non avrebbero voluto fare.
Si è deciso di rimuovere, come non fosse mai successo. Si è deciso di far finta di nulla, quando ancor oggi esistono medici e sanitari ai quali viene impedito di lavorare per non aver fatto la seconda o la terza dose.
Ma la strategia del 'avanti come nulla fosse' non può essere vincente, perchè la ferita non curata si aggrava. La sfiducia nelle istituzioni instillata in persone fino a ieri moderate e coscienziose, trattate alla stregua di cani, non si aggiusta parlando del clima o dell'ultima sortita di qualche influencer. Alle amicizie spezzate, alle liti in famiglia, al tempo e al denaro perso non si rimedia col silenzio.
Occorre guardarla in faccia quella ferita inflitta a un corpo sociale innocente, chiedere scusa alle famiglie, ai ragazzi, ai lavoratori e da lì ripartire.
Senza questa operazione dolorosa e difficile, la malattia non guarirà da sola e sarà impossibile affrontare in modo coeso le emergenze gravissime che il Paese ha di fronte.
Giuseppe Leonelli
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