Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
In un contesto diverso, con una opposizione capace di preparare il terreno con mesi di anticipo, il Pd a Modena avrebbe dovuto davvero temere il capitombolo. Ma, fortunatamente per il Pd, gli avversari corrono in ordine sparso, spesso l'uno contro l'altro armati e di una alternativa credibile di centrodestra al momento a Modena non si vedono i contorni. Tantomeno quelli di un candidato forte come Paolo Cavicchioli che, infatti, appare non intenzionato a metterci la faccia in un campo così frammentato.
Detto questo, anche non volendo vincere, l'asse Fdi-Lega-Forza Italia si potrebbe trovare nelle condizioni di andarci molto vicino in virtù del traino nazionale del Governo Meloni, così il Pd sta comunque correndo ai ripari.
Obiettivo: non lasciare nulla al caso ed evitare anche il minimo rischio in vista del voto 2024 e arginare l'emorragia di consensi fotografata dagli ultimi sondaggi.
Ecco, i rischi al momento, dal punto di vista dei temi concreti per la maggioranza guidata dal sindaco Muzzarelli sono due: il nodo sicurezza-immigrazione (binomio che nemmeno il centrosinistra smentisce più) e il nodo rifiuti.
La strategia del Pd è chiara su entrambi i fronti.
Per quanto riguarda la sicurezza, come le reazioni all'omicidio di Friday Endurance hanno dimostrato, il tentativo è quello di scaricare ogni colpa sul Governo nazionale. L'accordo a tutti livelli in casa Dem (consiglieri comunali, regionali, parlamentari e amministratori) è preciso. Primo punto: abbandonare ogni approccio negazionista. In pratica occorre ammettere che il problema sicurezza esiste e occorre ammettere che è legato alla presenza di immigrati, con buona pace di battaglie su ius soli e filo-cattoliche. Secondo punto: puntare il dito contro l'Esecutivo di centrodestra reo di non mandare abbastanza forze dell'ordine e di non controllare a dovere i flussi migratori. Insomma lo slogan non è più legato a una richiesta di 'porti aperti', ma connesso alla idea che i porti non sono abbastanza chiusi. Una giravolta non da poco, ma se ripetuta come un mantra il Pd è convinto possa funzionare.
Per quanto riguarda il nodo della raccolta differenziata invece la strategia non è solo comunicativa, ma reale. Di fatto il livello di insoddisfazione in città non è più gestibile e la giunta Muzzarelli - in accordo con Hera - si prepara a una retromarcia (come del resto avvenuto già a Bologna). Una retromarcia lenta e motivata, già in parte annunciata tra le righe dall'assessore Filippi, per la quale si sfrutteranno, ovviamente, le indagini di associazioni amiche e le richieste provenienti da giornali d'area. L'obiettivo in questo caso è far passare il ritorno al passato (ai vecchi cassonetti per capirci, magari abbinati a qualche raccolta settimanale per salvare la faccia) non come un colossale fallimento, ma come una grande dimostrazione di ascolto. Anche questa giravolta non è semplice, ma nulla è impossibile quando si governa un territorio da 70 anni e oltre.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>