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Lo scontro sul tema riaperture è andato in scena ieri sera a Cartabianca su Rai 3. Da una parte Stefano Bonaccini a vestire i panni del politico che cerca un equilibrio tra consenso e dati epidemiologici, dall'altra il professor Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano che usa argomenti strettamente medici e che non lascia nessuno spazio a strizzate d'occhio rispetto alla ricerca del consenso.
Quelle di Galli oggi sono verità scomode e ben poco popolari. E' la verità di chi sa che riaprendo il Paese si andrà incontro certamente a una impennata di contagi e di decessi. Il famoso 'rischio calcolato' che non ha nulla di calcolato, ma del quale nessun politico vuole assumersi a pieno la responsabilità. Un atteggiamento, come sottolineato da Galli, ipocrita, di chi lancia il sasso delle riaperture per non perdere voti, ma non alza la mano davanti alle conseguenze di questa azione in termini di salute pubblica.
'Come paese non siamo riusciti a garantire le vaccinazioni necessarie. Mentre altri chiudono, noi apriamo, Bonaccini…' dice candidamente il professore. 'Non sono mai stato allineato con i governi o con i poteri regionali da quando è iniziata questa situazione. I dati parlano chiaro, i calcoli fatti non sono stati eseguiti su base scientifica, ragazzo mio. Queste decisioni sono state di tipo politico, da questo punto di vista si è disponibili a vedere qualche centinaio o qualche migliaio di morti in più, è molto chiaro: dobbiamo tentare di tenere in piedi alcune attività economiche, bene così, ma non bisogna essere ipocriti. Non prenda posizione di confronto tra politici con me'.
E allora Bonaccini, messo all'angolo, usa l'arma che più conosce, quella della retorica politica volta a svilire l'avversario, a farlo passare per un povero isterico. 'Perché è così nervoso?' - dice Bonaccini con calma artefatta.
E Galli non ci sta allo schema noto e lo smonta: 'Ma si vergogni. Lei sta usando i trucchi peggiori'.
E la verità è tutta in queste candide parole. Il re è nudo e Galli lo dice apertamente. Il potere (a livello nazionale, regionale e comunale) non è in grado di gestire l'emergenza prima di tutto perchè non è in grado di dire la verità. Una verità certamente complessa, fatta di attività economiche e famiglie sfiancate dalle chiusure e che meritano di essere ascoltate, ma fatta anche di una emergenza sanitaria che - a meno di non voler abbracciare tesi negazioniste (rispettabili pure quelle, ma allora lo si dica) - senza limitazioni produrrà un aumento di decessi.
La verità ha queste due facce, ma la politica, quella di Bonaccini in particolare, così come quella populista in genere, è semplificazione e slogan. Troppo difficile spiegare, argomentare, assumersi il rischio e avere il coraggio di dire le cose come stanno. Troppo difficile dire chiaramente: 'riapriamo perchè politicamente è meglio così, ma sappiamo che moriranno più persone', che è semplicamente la verità. Troppo cruda così. Meglio buttarla in caciara e svilire interlocutore con un 'non si arrabbi' e cercando il consenso della intervestitarice chiamandola per nome con un suadente 'Bianca'. Ma stavolta è andata male, stavolta Massimo Galli si è arrabbiato davvero. E ha fatto bene.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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