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Tragedia assurda, che preoccupa come la favola del 'miglior sistema possibile'

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La difesa preventiva del Direttore USL Annicchiarico e l'eco dei tecnici sanitari che nel giugno scorso dissero che 20 minuti senza intervenire potevano portare al dramma.


Tragedia assurda, che preoccupa come la favola del 'miglior sistema possibile'
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Ciò che dopo l'incredulità e lo sgomento ha colpito nella lettura della nota stampa dell'USL, uscita 12 ore dopo il tragico fatto a cui si riferiva (forse perché doveva comprendere anche l'intervento diviso tra il difensivo e l'accusatorio dell'Ausl stessa), sono state le parole del direttore Generale Massimo Annicchiarico. Così sicuro nell'affermare, da subito, di 'avere offerto la miglior assistenza possibile alla mamma ed al suo bambino'. Talmente sicuro (o forse insicuro) da affermare, di fronte ad una morte di un neonato che ammutolisce e annichilisce, che quel caso stesso conferma che 'il sistema è in grado di offrire l'assistenza adeguata in centri qualificati'. Con tanto di riferimento e difesa preventiva rispetto ad una 'strumentalizzazione' che avrebbe accompagnato la discussione sul tema dei punti nascita. 

Sinceramente crediamo che nessuno metta in dubbio l'impegno, la professionalità e la qualità dell'operato degli staff di specialisti che si sono trovati a gestire quella drammatica emergenza.

Così come crediamo che nessuno metta in dubbio, con rispetto, il dramma umano che certamente ognuno di loro avrà attraversato in questa tragica domenica, e attraverserà domani e forse dopodomani. Ma crediamo anche, quello sì, che qualche domanda possa e debba esigere delle risposte. Non immediate, ma ragionate. Lo speriamo. Perché forse quel sistema perfetto, stimato Dr. Annicchiarico, forse così perfetto non è. E non tanto in riferimento a ciò che è stato fatto all'ospedale di Sassuolo (che la nota Usl riporta anche nel dettaglio dei minuti dei singoli interventi fino al tragico epilogo), ma ciò che è stato fatto, o non è stato fatto (anche perché magari non si poteva fare), nelle ore che hanno preceduto l'arrivo all'ospedale di Sassuolo. E qui i riferimenti agli orari di intervento e del trasporto, non ci sono.

Trenta? Quaranta? Cinquata minuti? Certamente tanti, sicuramente di più di quei 20 o 25 che nel giugno scorso i tecnici chiamati ad esprimersi in Conferenza socio-sanitaria sull'ospedale di Pavullo avevano indicato come tempo massimo per sfociare, proprio nel caso di distacco di placenta in paziente con gravidanza fisiologica, nella certezza del dramma. In quel contesto gli esperti portarono il caso del distacco di placenta gestito in 13 minuti, in una struttura attrezzata e sicura, con mamma e bimbo in buone condizioni, specificando che 5 minuti in più avrebbero potuto generare il dramma. Fecero l'esempio dei 13 minuti per sostenere che ciò sarebbe stato possibili in una struttura attrezzata ma non dissero che quelle strutture vanno raggiunte. E per le donne di Fiumalbo o Pievepelago quei 5 minuti in più sono 10 o 20 volte in più, per avere quelli che dividono l'alta montagna e  Sassuolo. Su questo servono risposte.

Perchè quella morte e quella perdita meritano il rispetto di chi si pone delle domande su ciò che non ha funzionato e non delle risposte affrettate per dire che tutto ha funzionato.

Quanto tempo è passato dalla chiamata al 118 all'arrivo all'ospedale di Sassuolo? Il tempo trascorso per il trasporto da Pavullo a Sassuolo ha inciso sull'epilogo? Il sistema di sicurezza che i tecnici Ausl hanno assicurato  anche in termini di gestione di emergenza urgenza all'interno dell'ospedale di Pavullo, per quelle circa 40 donne previste mediamente all'anno, residenti nei comuni dell'alta montagna, che a causa della distanza potrebbero incontrare difficoltà nel raggiungere il punto nascita di Sassuolo, contemplava questo anche genere di urgenze? Se il punto nascite di Pavullo fosse stato aperto quella donna sarebbe stata portata li? E perché è stata portata a Sassuolo dove non c'è il reparto di neonatologia?

Domande semplici per i tecnici abituati ad organizzare sistemi complessi. Domande che hanno bisogno di risposte semplici. A volte anche solo un Si o un No. Per trovare soluzioni migliori ad un sistema che oggi piange la morte di un bambino e che semplicemente per questo perfetto non è.

Gianni Galeotti

Foto archivio, non collegata ai fatti in oggetto


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