'Brescello, beni confiscati nell'indifferenza della nebbia padana'
Catia Silva: 'Ho visto la presenza solo del vicesindaco, nessun consigliere di maggioranza o opposizione, nessun assessore, neppure la sindaca'
L'evento a cui Silva si riferisce è quello tenutosi ieri mattina nei capannoni di via Breda Vignazzi, ex sede delle attività di Grande Aracri a Brescello, oggi confiscati dallo Stato e destinate alla Protezione civile con un finanziamento di 120mila euro da parte della Regione Emilia Romagna.
'Una domenica mattina avvolta nella nebbia, quella fitta nebbia padana che tutto nasconde, ha nascosto e continuerà a farlo - scrive Catia Silva -. Nel tragitto di pochi chilometri che separano la mia abitazione ai quei capannoni mi sentivo felice. Immaginavo il piazzale pieno di gente, vedevo finalmente i cittadini del mio paese presenti, pensavo a parole di ringraziamento per loro che, finalmente consapevoli, avevano deciso di confrontarsi con la realtà. Un paese commissariato per ben due anni a causa delle infiltrazioni Ndranghetiste, non presunte ma accertate, nonostante i due ricorsi di ex amministratori tutti respinti da Tar e Consiglio di Stato con motivazioni che non lasciavano dubbi. Eppure nessun indagato, 8 inchieste aperte dopo il commisariameno, ma svanite nel nulla, inghiottite dalla nebbia'.
'Ma arrivata sul posto la tristezza mi ha avvolto. Ho visto la presenza solo del vicesindaco con incarico alla legalità, nessun consigliere di maggioranza o opposizione, nessun assessore, neppure la sindaca. Vi era solo un responsabile della protezione civile e circa 30 attivisti di Libera: nessun cittadino, assente pure la stampa. Un evento così importante, Brescello primo Comune in Emilia commissariato col triste primato di beni confiscati, ma tutto viene avvolto nella nebbia e anche il passato viene dimenticato - continua Catia Silva -. Come 11 anni fa mi sono trovata sola, avrei voluto avere al mio fianco il mio avvocato e amico Gianluca Vinci, il solo che non mi hai mai abbandonato in questi tragici anni, nella mia solitudine erano vivi i ricordi delle mie lotte contro questi criminali. Sono consapevole che se oggi si è ottenuto questo risultato non è certo grazie a chi ora sale sul palco, allora in tanti mi ignoravano, infangavano, accusandomi con tutti i mezzi possibili anche illegali di fare solo politica, di volere solo visibilità. Così, ho ascoltato discorsi sterili da parte di chi ora amministra il paese con l'unico obiettivo di ricordare che 'loro' sono in carica dal 2018 e quindi 'loro' si distaccano dal passato. Ma non è cosi, è chiaro che non è così. Loro decidono la vita del paese con tutti i vecchi consiglieri e assessori, pure quelli che fecero ricorso e che addirittura sono testimoni di quel sindaco che si è dimesso qualche giorno prima del commisariamento, dove sono parte offesa. Non è sufficiente fare attività antimafia, parlare di mafia e parallelamente prendere le distanze per poi giustificare e autodifendersi solo per avere consensi. Tutto ciò non porta credibilità e mi indigna più di ogni altra cosa. Il processo Aemilia, ora Grimilde basato solo su Brescello, le rivelazioni del Procuratore Damato, le testimonianze dei Commissari, hanno fatto emergere la realtà, non si voleva vedere, si negava l'evidenza, ma i presupposti erano ben visibili. Omertà e silenzio non portano a nulla, fingere rallenta un processo di contrasto al fenomeno mafioso, la falsità compromette la consapevolezza della società civile'.
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