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Caso Frattina, il Tar condanna il Comune di Castelvetro

Caso Frattina, il Tar condanna il Comune di Castelvetro

Monfredini: 'Il maggior responsabile di tutto questo fu chi pens? di riempire una cava di ghiaia per 5 anni con fanghi ceramici ed amianto'


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Svolta sul caso Frattina a Castelvetro: ieri è arrivata la sentenza del Tar che ha condannato il Comune a comprare entro un mese il terreno per circa 350mila euro, oppure restituirlo entro tre mesi ai proprietari dopo averlo sanato. E in entrambi i casi versare un risarcimento di circa 200mila euro.
Questa sentenza, che riguarda la deposizione del “cumul “ di 6000 tonnellate di fanghi tossici sul terreno della Frattina a seguito dello scavo per il passaggio della Pedemontana nel 2008, è un primo raggio di luce che il Tribunale Amministrativo Regionale produce su un disastro ambientale sottaciuto e nascosto per anni, tanto che lo stesso sindaco ad una mia interpellanza disse in Consiglio Comunale che non si presentava al processo amministrativo in quanto non era parte in causa, ma lo era semmai la Provincia.
L’assoluzione del 1991 delle parti imputate al processo per danni ambientali, traghettò l’onere della bonifica a carico del Pubblico ed in quegli anni il pubblico in questione era il Comune.
Lo stato ottemperò ai suoi compiti imponendo la bonifica fin dal 1988, mettendo a disposizione della Regione 14 miliardi fin dal 1996 e persino facendo fare alla Provincia di Modena un comunicato stampa nel 2001 nel quale
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si ipotizzava entro l’anno di bonificare la Frattina, mai avvenuta.

I 14 miliardi andarono a finire dopo 9 anni al Comune di Casalgrande in quanto il Comune di Castelvetro non ottemperava alla bonifica del sito.

La responsabilità è dei precedenti sindaci soprattutto di chi ha amministrato dal 2000 al 2010, negli anni in cui lo Stato aveva messo a disposizione del Comune i soldi per la completa bonifica ed il Comune si è disinteressato in quegli anni della bonifica e della proprietà.
Se questo non fosse avvenuto ora non ci sarebbe nessuna sentenza del TAR e nessun risarcimento in quanto si sarebbero utilizzati i fondi allora messi a disposizione e la Pedemontana sarebbe transitata su terra fertile.

Per finire occorre ricordare che l’imposizione di divieto di coltivazione agricola avvenne solo a dicembre 2005 a seguito della Conferenza dei Servizi a Roma sulla Pedemontana nuova da realizzare, 20 anni dopo le direttive del Ministero, e non fu per volontà del Comune di allora, nonostante si fosse a conoscenza da 20 anni della pericolosità ad utilizzare quel terreno per usi agricoli.

Nel cercare il rimpallo delle responsabilità si fanno sempre delle brutte figure, certamente il maggior responsabile di tutto questo fu chi pensò di
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riempire una cava di ghiaia per 5 anni con fanghi ceramici ed amianto, ma non meno responsabilità ha avuto il Comune di Castelvetro nel gettare al vento i 14 miliardi di lire a disposizione per 10 anni
.

Lo Stato con le ASL nel 1988 ha effettuato i carotaggi, ha identificato il sito, ha messo nel 1996 a disposizione i fondi, il Comune non ha mai ottemperato al suo unico compito: bonificare.

Monfredini Roberto - Medicina Democratica

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