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Cassa espansione Panaro: il 28 aprile al via lo storico collaudo

Cassa espansione Panaro: il 28 aprile al via lo storico collaudo

Con la prima delle tre fasi in programma. Le paratoie della diga verranno chiuse e, nella prima fase, il livello dell'invaso portato ai 6,5 metri per 7 giorni


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Sarà un evento unico, storico. Non solo perché atteso da anni, ma per la dimensione della cassa di espansione alla quale si riferisce. Quella sul fiume Panaro. Da 23 milioni di metri cubi di acqua dell'invaso artificiale destinato a crearsi. Che nella terza fase del collaudo, prevista tra il 2021 ed il 2022, sarà portato alla sua massima capienza, a livelli molto più di alti rispetto a quelli importanti già raggiunti anche nell'ultima ondata di piena del dicembre scorso. Il livello dell'acqua in quella fase sarà portato a sfiorare la sommità della diga di contenimento, in località S.Anna, nel comune di San Cesario sul Panaro, attraverso la chiusura delle paratoie. L'acqua del bacino, trattenuta dalla diga, si espanderà come non mai sia nella cassa secondaria, mai allagata, sempre in località S.Anna e, a monte della diga, in direzione sud, fino a lambire l'autostrada A1

Andando con ordine rispetto ad un cronoprogramma scandito da tre tappe, si procederà, nella prima tappa, da mercoledì 28 aprile, con il riempimento dell'invaso, attraverso la chiusura delle paratoie, fino al livello di 6 metri e mezzo.
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Le operazioni saranno curate da Aipo, l’agenzia interregionale del fiume Po, nel pieno rispetto del protocollo d’intesa siglato nel 2015 con la direzione generale per le Dighe del ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

Il riempimento fino a livello di 6 metri e mezzo, sarò garantito dall'apporto naturale del fiume Panaro, garantendo comunque il deflusso minimo vitale verso valle: lo step iniziale prevede la permanenza delle acque per sette giorni consecutivi prima di poter procedere al rilascio”.

Il livello dell’invaso verrà quindi mantenuto per quanto possibile costante alla quota autorizzata, modulando l’apertura di una o più paratoie a seconda degli afflussi da monte; nell’eventualità di allerta meteorologica si procederà allo svuotamento del volume invasato.

Una volta raggiunto il livello previsto saranno svolte, da parte del personale dell’ufficio Aipo di Modena, le attività di ispezione, il monitoraggio piezometrico e le misure di controllo inerenti il manufatto principale.

“Le fasi del collaudo saranno in tutto tre- ha ricordato l’assessore regionale (fasi riassunte anche nei giorni scorsi dall'Ingegner Luigi Mille di Aipo ed in video pubblicato da La Pressa), ognuna caratterizzata da invasi sperimentali con volumi d’acqua via via crescenti, fino a raggiungere, nel terzo step, oltre 23 milioni di metri cubi: è la quota del ciglio massimo di sfioro posto a quota 12,06 sullo zero idrometrico e 40.83 metri sul livello del mare”.



In questa prima attività, la sicurezza sarà garantita attraverso l’applicazione delle misure già previste dal Documento di protezione civile e dal Piano di emergenza diga: sarà comunque vietato entrare all’interno dell’area interessata dall’invaso.
Il transito sulle strutture della Cassa potrà essere soggetto a limitazioni. In particolare, nelle ore notturne resterà chiuso il transito ciclopedonale sopra il manufatto principale.

“Il collaudo funzionale è un traguardo fondamentale, particolarmente atteso- chiude Priolo-, che porterà a compimento un percorso avviato nel 2013 con l’installazione delle paratoie nel manufatto principale, fondamentali per riempire la cassa ai fini del collaudo e garantirne la gestione flessibile. Tutto si svolgerà nella massima trasparenza e, grazie alla collaborazione degli Enti locali e della popolazione, permetterà di condurre le operazioni secondo le procedure previste”


Nella foto, l'immagine a valle della diga della cassa di espansione
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