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Economia nel Frignano, serve mentalità giovane: abbandonare il vecchio

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Io sono persona concreta e per questo, alle critiche non costruttive di chi fa il leone da tastiera, porto 10 proposte concrete


Economia nel Frignano, serve mentalità giovane: abbandonare il vecchio
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Scrivo questo articolo in risposta a seguito dell’articolo di opinione di Stefano Bonacorsi sulla questione Frignano e ringrazio La Pressa per avermi concesso questo spazio.

Pensare il Frignano con le stesse logiche di 20 o 30 o 70 anni fa è non solo anacronistico, ma realmente disastroso. Serve una nuova cultura dell’impresa e del territorio, facendo convivere la tradizione con la cultura dell’innovazione. Il Frignano di 30 anni fa è finito e se non fosse abbastanza chiaro ci sono 600 aziende che in 10 anni hanno chiuso. Eppure parlare di nuova mentalità per approcciarsi alla rinascita del Frignano, è così scomodo che a fronte di centinaia di persone pronte a sostenerla, c’è chi si mette contro. Gli ultimi sospiri di idee che lasciamo alla storia, oppure a fare gli ultimi sospiri saranno altre centinaia di aziende del territorio.

Facciamo il punto della situazione: dal 2008 al 2018 hanno chiuso 598 aziende, molte dell’artigianato, ma osservando i numeri si scopre che appartenevano a tutti i settori. E allora caro Stefano Bonacorsi forse alle tue logiche imprenditoriali vecchie, la soluzione sono le infrastrutture? Io sfido qualsiasi azienda a crescere con belle strade ma senza clienti. Non sarà forse che queste aziende mancano di clienti e di capacità di farsi conoscere? Non mancherà forse una rete tra imprese e territorio capace di far crescere tutti?

Io sono persona concreta e per questo, alle critiche non costruttive di chi fa il leone da tastiera, porto 10 proposte concrete che farebbero la differenza se messe in opera domani mattina:

1) Fare rete e comunicare con una sola voce
Nel Frignano i campanilismi sono accentuati, fattore positivo se si parla di folklore, ma molto negativo se guardiamo al lato economico.

Serve una rete che unisca tutto il territorio e lo faccia in modo che il territorio comunichi con una sola voce. Fate un esperimento con me: scrivete su Google (possibilmente in incognito affinché sia più veritiero il risultato) “Frignano” e scoprirete che tra i primi 10 risultati, solo 2 riguardano il nostro territorio e gli altri 8 il Comune di Frignano in provincia di Caserta. Il Frignano non ha identità digitale, peccato che oggi il 50% degli italiani prenota le vacanze online e solo il 17% contatta le strutture telefonicamente.

2) Riposizionare i prodotti delle aziende verso l’alto
Ma Francesco parli solo di turismo? No di certo, parliamo di enogastronomia e di prodotti materiali. Se l’artigiano è in crisi è anche perché pochi acquistano dagli artigiani. Scommettiamo che se domani mattina gli artigiani posizionassero i loro prodotti come prodotti di eccellenza potrebbero produrne meno e guadagnare di più? Specialmente nel mercato B2C. E ancora, dato che si parla di aziende agricole, ma se queste posizionassero prodotti del Frignano come il Caprino o il Mirtillo quali prodotti top di gamma, sarebbero ancora succubi delle logiche di mercato dei distributori? Peccato che il posizionamento di un prodotto o di un servizio di può ottenere esclusivamente con una strategia di comunicazione con nuova mentalità.

3) Vendere online. Nel 2018 sono 35 milioni gli italiani che hanno acquistato sul web
Qui abbiamo l’apice dell’infondatezza delle argomentazioni di Stefano Bonacorsi, ovvero la logistica. Caro Stefano se pensi che rifatta la via Giardini avremo un boom economico siamo veramente alla frutta. Le infrastrutture sono fondamentali, e nessuno può negarlo, ma se non ci sono clienti non ci sono le aziende. Parliamo allora di come poter trovare i clienti: oggi grazie all’online è possibile vendere prodotti con e-commerce materiali e immateriali, quindi possiamo vendere il Caprino, possiamo vendere prodotti in legno, ma anche una settimana di escursioni. Perché non c’è un e-commerce del Frignano? Sarebbe un servizio utile, con costo veramente basso, ma in grado di avere potenzialità enormi. Basti pensare che nel 2018 sono state ben 35 milioni le persone che hanno acquistato online, con una spesa media di 400 euro per un giro d’affari di 15 miliardi di euro. La domanda c’è, ma l’offerta ad oggi scarseggia, perciò conquistare anche il 0,5% del mercato dell’e-commerce è piuttosto semplice se lo fai oggi, se lo fai fra 5 anni non credo proprio.

4) Distribuzione. Mai stato così facile e così sicuro
E poi parliamo di distribuzione. Non c’è mai stato momento della storia in cui distribuire un prodotto sia più semplice. Oggi c’è la Supply Chain, che consente la gestione della distribuzione attraverso cloud computing, intelligenza artificiale e sistemi avanzati di geolocalizzazione. Non solo abbondano le aziende che portano il tuo Caprino del Frignano a Los Angeles, ma puoi sapere che temperatura ha e dove si trova in ogni momento. Le strade sono da rifare? Ottimo, ci sono progetti regionali e provinciali in questo senso, ma senza clienti caro Stefano le strade non basteranno.

5) Un brand Made in Frignano o Made in Modena
Riposizionare i prodotti significa anche riposizionare il territorio. Vi faccio una domanda: che colori ha la bandiera della Baviera? Lo sanno quasi tutti che sono l’azzurro e il bianco e questo grazie al mercato della birra e dell'Oktoberfest. Datemi allora una buona ragione per cui il Frignano o anche Modena non possano avere un loro brand con cui farsi riconoscere. In Italia il livello di brand comunication è così primitivo che un team di esperti sarebbe in grado di scalare il mercato senza investimenti enormi. Stiamo parlando di una vera e propria prateria. E per saperlo basta chiedervi: ditemi il brand più famoso di un territorio italiano che conoscete? Non vi vengono idee? Ok ora sapete che c’è la prateria.

6)  Salute, Benessere e Anziani. Una miniera d’oro sotto casa
Sapete quanto vale il mercato del benessere in Italia ? 40 miliardi di euro e ha un tasso di crescita del 6,4% annuo costante dal 2015, con l’Europa come prima meta mondiale. Considerate che per ogni 41 euro spesi nel settore si crea direttamente o indirettamente 1 posto di lavoro. L’Appennino sarebbe il luogo ideale per poter creare centri benessere, in quanto le temperature sono più basse rispetto alla bassa e alla città, e le aree naturali più frequenti. Sarebbe un servizio utile sia per attività ludiche, sia per accogliere gli anziani di tutto il mondo. Per fare questo però è necessario che sì da un lato ci siano gli investimenti, ci mancherebbe, ma che dall’altro si riesca a creare un business basato su posizionamento chiaro ed elevato, con forte capacità di attrazione. E’ un mercato competitivo e non si può improvvisare, ma molto remunerativo. Ripeto ogni 41 euro spesi nel mercato benessere si crea direttamente o indirettamente 1 posto di lavoro.

7) Edilizia sostenibile. Case più costose grazie al posizionamento verso l’alto
Nell’articolo di critica si parla di edilizia e la soluzione forse per il giornalista sarà rifare via Giardini. Per me no. Per me l’edilizia è la conseguenza di ciò che ho spiegato nei punti precedenti. Investite in un riposizionamento verso l’alto del territorio in termini turistici e di benessere e vedrete che l’edilizia li seguirà. Perché la Toscana ha più turisti stranieri con seconde case di proprietà dell’Emilia-Romagna? Sul cibo siamo imbattibili, sul mare non interessa agli stranieri che vogliono le case in collina, sulle aree verdi ne abbiamo in quantità simili. E’ solo una questione di posizionamento del territorio. Rendiamo il Frignano attraente e l’edilizia partirà, ancora di più se creiamo progetti in grado di unire l’edilizia sostenibile con la ricerca tecnologica nel campo della sostenibilità.

8) Grandi eventi: attrarre chi cerca cultura, enogastronomia e divertimento
Questo è un tema che mi è più caro degli altri dato che a Pavullo un anno fa un evento l’ho fatto e ha avuto un buon successo grazie a due strategie: mettere in rete i soggetti locali e comunicare in modo innovativo la propria tramite l’online. Conosco chi già organizza eventi importanti, ma bisogna aumentare l’offerta e renderla più grande. I Grandi Eventi hanno bisogno sì di Grandi Idee, ma soprattutto di Grandi Reti e Grande Comunicabilità. Dopo anni di Lambruscolonga (evento d 2.000 persone ad edizione), I Predatori della Tigella Perduta, Il Tortellino in Piazza, Immagini del Gusto e molti altri le formule degli eventi di successo si riassumono in Rete e Capacità Comunicativa, utilizzando in particolare i canali digitali.

9) Cultura imprenditoriale 2.0: divulgare il futuro o perire nel passato
Alla base di tutti questi progetti è necessario un incontro con chi fa l’imprenditore oggi nel Frignano, giovane o meno che sia, e offrire ad essi concreto aiuto per assimilare e portare in azienda la cultura imprenditoriale 2.0. Essere imprenditori 2.0 lo si può fare da un computer o da una stalla, dalla bottega o dal negozio, ma in tutti i casi è necessario comprenderla per cavalcare l’onda del digitale. Per questo associazioni di categorie e amministrazioni locali dovrebbero collaborare con esperti nel campo per diffondere queste cultura. A seguito del post, per esempio, mi hanno contattato giovani con capacità digitali che sarebbero pronti ad incontrare le aziende del Frignano. Aprite loro le porte, ascoltateli e poi fate le vostre conclusioni.

10) I giovani scappano dall’Appennino ? Assurdo nel mondo del lavoro in remoto
Immaginate di poter scegliere di fare un lavoro dal posto che preferite. A quel punto molti penseranno ad una spiaggia, come vediamo in alcune pubblicità online, ma io vi dico che con tanta tecnologia avremo bisogno di natura. Perché non scegliere un Frignano 2.0, che offre prodotti e servizi ideali per il lavoratore 2.0, in grado di creare posti di lavoro e opportunità di investimento, che offre attività ludiche, benessere ma anche escursioni e contatto con la natura. E questa visione si collega alla crescente percentuale di lavoratori da remoto nei prossimi decenni.

Il Frignano 2.0 è alla portata di chi ha mentalità giovane, la vecchia mentalità è superata e bisogna superarla.

Francesco Folloni

 


Redazione Pressa
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