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Cinquanta ore di lavoro in più, con il caldo estivo, da garantire in tre mesi, sono insostenibili, soprattutto per i lavoratori più anziani, molti dei quali addetti in mansioni tipiche delle catene di produzione dell'azienda con sede a San Cesario, dove la loro lunga esperienza garantisce una manualità difficile da sostituire, soprattutto nel breve periodo.
Ed è così che la richiesta dell'azienda di garantire 50 ore in più ai lavoratori (cosa da un lato positiva in tempi di crisi), si scontra con i diritti dei lavoratori pronti a discutere di proposte di flessibilità ma non in questi termini, di merito e di metodo. Perché se da un lato c'è un monte di ore richieste in più giudicato troppo alto, dall'altro c'è il fatto che questo, dicono i lavoratori rappresentati di Fiom Cgil, Fim Cisl e RSU, che questa mattina hanno nuovamente incrociato le braccia, dovrebbe essere oggetto di una concertazione che non c'è.
A ciò si aggiunge il mancato rinnovo del contratto aziendale e la mancata erogazione dello stesso acconto del premio di risultato previsto dai precedenti accordi, ritenuta dai sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl la condizione minima per proseguire nella trattativa, anche su orari e flessibilità.
Elementi che hanno portato oggi ad una nuova giornata di sciopero con presidio davanti ai cancelli dell'azienda di San Cesario sul Panaro. Alta l’adesione (da un prima stima 7 lavoratori su 10 su un organico di circa 200), allo sciopero proclamato da Fiom Cgil e Fim Cisl e dalla Rsu. Presidio dalle ore 6 alle ore 12 avanti ai cancelli in via Modenese 4266. Dove abbiamo raggiunto Stefano Zaccarelli, rappresentante sindacale all'interno dell'azienda
Redazione Pressa
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