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Nel suo Messaggio Pasquale Papa Francesco ha invocato il Signore affinché aiuti “l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace”, allo stesso tempo ha chiesto che “effonda la luce pasquale sul popolo russo”.
“Conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa' che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie – le parole del Pontefice – apri i cuori dell’intera Comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace”. Francesco ha avuto un pensiero per quanti hanno subito le conseguenze del “violento terremoto in Turchia e nella stessa Siria”. In Piazza San Pietro, secondo quanto comunicato dalle autorità vaticane, c’erano 45mila persone all’inizio della celebrazione della Messa Pasquale, che sono via via aumentate fino al momento della Benedizione, tanto da arrivare ad una stima della Gendarmeria di centomila presenze.
“Lasciamoci sorprendere dal lieto annuncio della Pasqua, dalla luce che illumina le tenebre e le oscurità in cui troppe volte il mondo si trova avvolto. Affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più bisogno – ha detto il Papa – affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità. Gioiamo per i segni concreti di speranza che ci giungono da tanti Paesi, a partire da quelli che offrono assistenza e accoglienza a quanti fuggono dalla guerra e dalla povertà”.
Papa Francesco nella sua invocazione a Gesù Risorto quindi ha manifestato “viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi”.
E non ha dimenticato neppure l’Etiopia e il Sud Sudan, affinché siano consolidati “i processi di pace e riconciliazione intrapresi”, allo stesso tempo ha chiesto la cessazione delle violenze nella Repubblica Democratica del Congo. “Sostieni, Signore, le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari -ha quindi continuato il Pontefice – come in Nicaragua e in Eritrea, e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede”. Inoltre ha pregato il Signore affinché dia conforto “alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria”, infine a avuto un pensiero per il Myanmar.
Il Pontefice ha invocato il Signore affinché conforti “i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù”. Quindi ha chiesto che al Signore di ispirare “i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità, perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini”.
Redazione Pressa
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