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'La scuola? Per il governo Conte è Cenerentola'. La frase l'hanno detta e ripetuta insegnanti, presidi, docenti e dirigenti periferici, chiamando direttamente in causa la ministra dell'Istruzione Azzolina.
La dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Modena Silvia Menabue, ad esempio, ha detto che “A scuola c'è smarrimento, soprattutto ora dopo l'ennesimo rinvio della riapertura delle scuole deciso dal Governo, anche se era tutto pronto per la riapertura. Ma queste continue incertezze non giovano ai ragazzi perchè provocano tensione e disagio continui. E' uno stress pesantissimo. Vedremo ora se la nuova data fissata per il 25 gennaio verrà mantenuta perchè il desiderio di relazioni dei ragazzi è molto forte”.
D'altra parte uno studio condotto in sede nazionale da 'Ipsos-Save the children' conferma che il 40 per cento degli studenti boccia la pratica delle lezioni a distanza perchè la ritengono una esperienza negativa e l'Istituto di ricerca valuta in circa 35mila gli studenti che abbandoneranno o hanno già abbandonato la scuola per diversi motivi.
In tutti c'è la convinzione di avere perso un anno scolastico e che è comunque peggiorata la preparazione didattica. Ma già da marzo, da quando cioè il Governo Conte chiuse per la prima volta le scuole, i sindacati avevano ricordato che oltre un milione di studenti italiani era privo dei mezzi tecnologici necessari per seguire la Dad (pc, tablet, connessione) e in molti casi con una ristrettezza degli ambienti di casa tali da impedire la necessaria concentrazione. In tutti gli studenti vi è insomma insicurezza per il futuro e un senso di abbandono che li fa alzare il dito accusatorio verso gli adulti e i politici accusati di riversare su di loro le difficoltà, le carenze e i ritardi organizzativi e didattici di cui si sentono giustamente incolpevoli.
Anche perchè oggettivamente nessuno in Europa ha tenuto chiuso le scuole cosi a lungo come in Italia (e, nonostante questo, il livello di contagio da noi è tra i più alti in Europa) con l'aggravante di provvedimenti estivi risibili come quello dell'acquisto di banchi a rotelle invece che porre mano ad una vera riorganizzazione del trasporto scolastico pubblico (treni, tram, bus) perchè gli esperti hanno convenuto che l'assembramento degli studenti sui mezzi di trasporto è la vera causa dell'espandersi della pandemia piuttosto che le poche ore di scuola del mattino.
La chiusura delle scuole poi, secondo i sindacati, aggraverebbe le differenze di 'classe' tra chi può permettersi di tenere i figli a casa e di farli comunque studiare e chi invece, per difficoltà economiche, non può assistere i figli a casa e manca anche degli strumenti tecnologici per seguire la Dad.
E allora da parte di esperti e tecnici del settore era stata avanzata una proposta di dare vita da una Commissione nazionale composta dal ministro, dai rappresentanti dei partiti, dei sindacati della scuola, delle Regioni, degli esperti, per prefigurare il futuro della scuola in periodo di Covid e tenere monitorato lo stato del trasporto pubblico e indicare i modi coi quali aiutare Comuni e Province a fare fronte a questa emergenza e a superare il ritardo fatto registrare anche in questo settore..
Anche questa proposta è stata del tutto disattesa dal Governo e dal ministro Azzolina col risultato che è sotto gli occhi di tutti di ritardi, problemi e insufficienze di un servizio invece fondamentale per il sistama scolastico nazionale.
Cesare Pradella