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Ho aspettato alcuni giorni prima di esprimere le mie opinioni sulla tragica vicenda della morte del bambino di Pavullo per distacco di placenta. Ho potuto così leggere e ascoltare tutto quanto è stato scritto e detto e ho valutato l’accaduto senza rischiare un giudizio affrettato.
Tali valutazioni vengono dettate dalla mia importante esperienza di ginecologo.
In primis tutta la mia vicinanza a questa mamma e alla sua famiglia. Sicuramente sia l’intervento del 118 sia quello dei colleghi di Sassuolo sono stati tempestivi e competenti. Quello che mi preoccupa sono le valutazioni date da amministratori e tecnici, che per difendere scelte politiche disastrose, danno giustificazioni improbabili sull’accaduto. Il distacco di placenta è una patologia molto grave che richiede un intervento il più rapido possibile, nell’interesse della vita delle mamme e dei bambini.
Come si può sostenere quindi che, se la partoriente fosse stata operata all’Ospedale di Pavullo, dove poteva arrivare in 10 minuti, l’esito del parto sarebbe stato lo stesso? Forse si! Ma il rischio si sarebbe ridotto moltissimo. E poi, la paziente con distacco di placenta, non ha sicuramente tratto giovamento in una corsa in ambulanza fra curve e buche.
Ci si ostina a voler giustificare quanto successo, sostenendo il rispetto del protocollo. In medicina quasi mai uno più uno fa due per cui i protocolli non devono essere mai rigidi, ma interpretati a seconda delle situazioni.
Anche i politici hanno fatto dichiarazioni che lasciano a desiderare. I consiglieri provinciali di Uniamoci, Caiumi e Platis si sono limitati a fare un’interrogazione per sapere “cosa non ha funzionato”; la consigliera regionale Gibertoni del M5S, che ovviamente non sa di medicina, consiglia di fare i parti semplici a Pavullo e quelli complessi a Sassuolo, come se si potesse sapere prima qual è quello facile e quello complicato.
Le dichiarazioni più o meno opportune di politici e tecnici sono comunque tutte all’insegna dell’autoreferenzialità e della presunzione di non essere passibili di errore.
Tutto questo conferma l’errore della chiusura dei Punti Nascita in zone disagiate, in questo caso di Pavullo, dove operava un equipe molto esperta e preparata; lo dimostra il fatto che sul totale dei parti avevano solo il 12,5% di tagli cesarei.
Fabrizio Locatelli - coordinatore provinciale eletti di Forza Italia
Redazione Pressa
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