“Sapete bene- spiega Bonaccini- che a me non piace la parola ‘modello’. Noi siamo persone con i piedi per terra e non abbiamo niente da insegnare a nessuno. Oggi però abbiamo l'orgoglio di vedere i segni - le opere e i fatti - che dimostrano innanzitutto la forza della nostra regione e di chi la abita e che qui le cose hanno funzionato.
E primo fra tutti ha funzionato il rapporto con le istituzioni, il rapporto costante con lo Stato centrale. C'è ancora da fare, penso ad esempio ai centri storici, cuore pulsante della nostra identità. Stiamo però parlando delle aree maggiormente vincolate, che richiedono quindi attenzioni e cure particolari.
Questo è stato definito il primo terremoto economico e industriale nel nostro Paese, avendo colpito una striscia di terra che da sola produceva il 2% del Pil nazionale. Oggi è stato azzerato il monte ore di cassa integrazione che era stato previsto all’inizio e molte aziende hanno fatturati addirittura superiore a quelli antecedenti il sisma. Nove famiglie su dieci sono tornate nelle proprie case e nessuno abita più nei moduli abitativi provvisori.
In un contesto, però, in cui la direttrice principale fu quella di pensare alle scuole, che rappresentano il filo rosso verso il futuro: è stato importante destinare da subito lì la nostra fatica, cioè verso il bene più prezioso che abbiamo, ovvero i nostri figli e i nostri nipoti.
Come ho già avuto modo di dire quando mi viene chiesto il voto da dare a questa ricostruzione- prosegue il presidente della Regione-, io rispondo che guardo non ai voti ma ai volti. Ai volti delle persone a cui abbiamo dato risposta. Questo è il nostro lavoro e posso garantire che non ci fermeremo fino a quando l'ultima pietra non sarà ricollocata lì dove era caduta. Se avessimo sradicato le comunità da questi luoghi, il danno sarebbe stato incalcolabile. Il nostro obiettivo, infatti, è stato di riportare le persone a vivere, lavorare, pregare, e anche divertirsi, esattamente nei luoghi in cui lo facevano prima.
Un grazie quindi a tutti quelli che ci hanno aiutato, all’enorme solidarietà di cui abbiamo beneficiato, un sostegno arrivato da ogni parte d'Italia e anche dall'estero. Un aiuto che ora ricambiamo nei luoghi colpiti dal sisma in Centro Italia: sappiano che noi non li abbandoneremo e che dopo la fase di prima emergenza sarà anche nella ricostruzione che intendiamo restituire il tanto che abbiamo ricevuto. E proprio l'altro giorno ho avuto modo di ringraziare gli oltre duemila volontari della Protezione civile regionale e gli oltre cinquecento tecnici e dipendenti comunali dell’Emilia-Romagna che hanno operato nelle aree del sisma.
“Caro presidente- ha terminato Bonaccini rivolto al capo dello Stato- ai bambini piacciono gli aquiloni e gli aquiloni si alzano in volo quando il vento è contrario. La gente di qui ha saputo far volare quegli aquiloni”.