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In aumento quasi contante da dieci anni, in Emilia Romagna i bambini ed i ragazzi allontanati o senza famiglia e presi in carico dai servizi sociali e accolti in comunità hanno raggiunto le 3.000 unità. Un numero alto sul quale lo stesso Sottosegretario alla presidenza della regione Gianluigi Manghi, ha espresso necessità di fare chiarezza.
In Emilia Romagna, al 31 dicembre 2017, erano 2970 i minori fuori dalle famiglie d’origine e presi in carico a tempo pieno dai servizi sociali, o da comunità residenziali. Tanti al punto da indurre a dire al sottosegretario alla Regione Emilia Romagna che una verifica è necessaria. I numeri possono variare a seconda dei diversi regimi di affidamento e allontanamento. Ma i 3000 citati riguardano soltanto quelli di fatto allontanati dalle proprie famiglie o privi di famiglie. Un numero importante da analizzare non solo per la sua portata ma per la tendenza alla crescita.
Se analizziamo i dati storici pubblicati nell’archivio della Regione emilia romagna, aggiornati al gennaio 2015, emerge che erano 2.569 (circa 400 in meno rispetto a quelli registrati a fine 2017), i bambini ed i ragazzi fuori dalle proprie famiglie d’origine. affidati accolti in comunità, senza genitori e famiglie d'origine, oppure inseriti a tempo pieno presso famiglie affidatarie.
Numeri che hanno registrato un incremento soprattutto nel 2014, in concomitanza con l’emergenza migratoria che ha portato in Italia, insieme a migranti adulti, anche minori stranieri non accompagnati (MSNA). In questo contesto di bambini senza famiglie o allontanati dalle loro famiglie d'origine e presi in carico full time da assistenti sociali o da comunità residenziali, spiccano i numeri di Modena, dove al gennaio 2015, ultimo dato disponibile pubblicato, erano 411 i minori affidati fuori famiglia.
Dato secondo per quantità in numeri assoluto solo ai 502 di Bologna, ma primo in termini percentuali in regione rispetto alle altre province. Con una tendenza, alla luce dei dati più recenti annunciati dal sottosegretario Magri, al rialzo. In attesa di avere dati provinciali più aggiornati. Un quadro che fonda quantomeno l’opportunità di analisi sulle cause dell’allontanamento degli affidi e sul funzionamento del sistema. Elementi posti al centro delle commissioni di inchiesta che saranno istituite ufficialmente nei prossimi giorni sia a livello parlamentare che regionale, a quanto pare con la condivisione delle forze politiche che dopo e a seguito del caso Bibbiano si sono trovate d’accordo sul punto che la ricerca della verità sui gravi fatti fino ad ora contestati non deve conoscere contrapposizioni ideologiche e di parte
Redazione Pressa
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