Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Un crogiolo di culture, di etnie, di storie che hanno nuovamente ritrovato nella cornice naturale di Bosco Albergati, nel comune di Castelfranco, un luogo nel quale incontrarsi, confrontarsi, scoprirsi e raccontarsi. Facendo principalmente sport ma non solo. Nel mezzo dell'area verde al confine tra le province di Modena e Bologna, i mondiali antirazzisti, giunti quest'anno alla 21° edizione, organizzati dalla Uisp Nazionale hanno offerto una tre giorni di concerti, conferenze, spazi culturali, di ristoro e, ovviamente sport. Calcio in particolare. Su 12 campi allestiti nell'area verde di Bosco Albergati.
Dove, alla fine, al di la delle squalifiche inaspettate o delle finali conquistate nella roulette dei rigori, l'unica cosa che è contata davvero è stata lo stare insieme, il conoscersi, il non sentirsi stranieri in casa propria o in quella che per molti sta, è diventata, e vuole che rimanga, casa propria: l'Italia.
Perché è giocando e sfidandosi, con il linguaggio universale del calcio, che ci si mette sullo stesso piano. Che non è solo il piano del profugo o l'immigrato, ma è anche quello dell'omosessuale o, in generale, del diverso. Lo sanno bene gli operatori della cooperativa l'Angolo che da tempo utilizzano la pratica sportiva, da affiancare a corsi di lingua e corsi di formazione, come veicolo di integrazione per il gruppo di richiedenti asilo attualmente ospiti delle strutture gestite in provincia di Modena. Al punto da avere creato, con loro, quasi tutti provenienti dal centro-Africa, due squadre di calcio che nel fine settimana si sono sfidate in partite tutte polvere e sudore. 'Siamo stati eliminati prima dele semifinali, ma va bene così, siamo contenti di esserci. Gli Italiani? Ci sono alcuni che hanno atteggiamenti razzisti ma la maggior parte no.
Non ci sono problemi e non c'è violenza' - dice Amin. 'Sono contento di vivere in Italia e, oggi, di essere qui'. In mezzo a loro c'è anche Richard, giò arruolato nelle fila del Gaggio calcio. Un talento naturale. Palleggia all'infinito, fino a quando gli chiediamo di smettere perché il video si è intettotto. Poi c'è Pasqual, 20 anni, dal Togo.
'Sono in Italia da 9 mesi, mi trovo bene qui ma vorrei che le pratiche per i documenti non fossero così lente perché senza quelli siamo molto limitati ma all'Angolo mi trovo bene e siamo impegnati diverse attività, tra cui lo studio. Vorrei imparare il mestiere del meccanico'. Il desiderio di lavorare studiare e di costruirsi una nuova vita accomuna tutti i ragazzi dell'Angolo presenti come squadra di calcio ai mondiali antirazzisti di Bosco Albergati. Perché il lavoro, il fare, ed il sapere fare cemento per l'integrazione e una forza per questi ragazzi, tutti i sotto 30 anni, desiderosi di rendersi utili e di ricambiare ciò che la società che li ospita ha dato e continuera a garantire.
Nella foto: un gruppo dei ragazzi richiedenti asilo, accolti dall'Angolo di Modena, durante i Mondiali Antirazzisti di Bosco Albergati