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Anche sull'ex-Amcm la spada di Damocle della bonifica

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In tre punti del comparto le indagini hanno riscontrato livelli di contaminazione, ma sui costi della necessaria bonifica è mistero. Un aspetto che rischia di frenare il progetto


Anche sull'ex-Amcm la spada di Damocle della bonifica
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Come nel progetto per la riqualificazione, attesa da venti anni ma mai avviata, delle ex fonderie, su cui pesano obblighi e gli enormi costi della bonifica del sito ex industriale, così lo stesso genere di problema (relativo alla decontaminazione dell'area da residui delle attività 'pesanti' lasciati della storia, rischia di porre tanti interrogativi sul percorso per la realizzazione (anch'essa a stralci), del comparto ex Amcm.

L'immagine riporta l'area interessata dal piano di riqualificazione dell'ex - Amcm (aggiudicata al raggruppamento temporaneo di imprese guidato da CMB), ed in particolare  i 3 punti in cui le analisi del terreno  hanno evidenziato sforamenti rispetto ai valori di inquinanti nel suolo. Si tratta di zone particolarmente “sensibili” - viene sancito nel piano di riqualificazione  - perché poste in prossimità dell’edificio da adibire a supermercato, dell’area di scavo per il riassetto delle centrali HERA e SETA e dove verrà realizzata la piazza, quindi in luogo ad alta frequentazione umana.

Elementi che preoccupano soprattutto il soggetto attuatore (costruttore), dell'intervento per quelli che potrebbero essere i costi (sempre molto elevati per questo genere di interventi), previsti per la necessaria bonifica. Imposta dalla legge e vincolante per procedere nei lavori. Nel 2009 il sito era stato oggetto di una approfondita analisi ambientale con numerosi carotaggi, al fine di verificane la compatibilità ambientale ed il rispetto alla normativa vigente, ed i risultati facevano già allora prevedere la necessità di interventi di bonifica.

Per tali ragioni, il Raggruppamento Temporaneo di Imprese rappresentato da CMB ha ritenuto necessario richiedere ufficialmente all’Amministrazione Comunale “…una corretta e puntuale indagine ambientale e successiva caratterizzazione del suolo e sottosuolo, qualora necessaria, elementi tutti essenziali per comprendere la qualità e la quantità degli interventi necessari e la relativa valutazione economica per l’eventuale attività di bonifica o di messa in sicurezza”.

Il Comune di Modena, eseguita una parziale integrazione delle indagini ambientali già effettuata, il 5 gennaio di un anno fa ha trasmesso ai costruttori la relazione tecnica sugli esiti, che hanno confermato la presenza di sostanze inquinanti nei punti già evidenziati come critici dalla precedenti indagini.

Ma per poter procedere a 'serie valutazioni in merito ai costi di bonifica' che si renderanno necessari, le integrazioni di analisi svolte non sembrarono sufficienti ai costruttori, al punto da spingerli a richiedere al Comune, nella fase di definizione del Piano urbanistico attuativo e comunque prima della consegna delle aree al Soggetto Attuatore, l'impegno ad ultimare le “indagini preliminari funzionali alla determinazione del CSC sull’area del Comparto”, procedendo con almeno un ulteriore carotaggio in modo da meglio identificare la zona di effettiva contaminazione ed eseguire le opere di messa in sicurezza necessarie al fine di restituire la fruibilità dell’area o, in alternativa, ad indagare in maniera più estesa il punto “B” aprendo una trincea di 16-20 mt in direzione Nord-Sud per prelevare un congruo numero di campioni di suolo superficiale.

Il Comune, stando alle richieste dei costruttori, dovrebbe ulterioramente impegnarsi a procedere con le indagini ambientali anche nell’Edificio Ex Officine Filovia in conseguenza del rilevato sforamento sul piombo.

Allo stato attuale però pare che nessuno di questi rilievi (e tantomeno nel caso dell'ipotetica trincea dai 16 ai 20 metri), sembra siano stati effettuati e soprattutto abbiano portato a risultati tali da quantificare la portata, anche economica, della bonifica. Insomma, allo stato attuale non sarebbe possibile quantificare i costi della bonifica del sito, proprio perché in realtà non si sa quanto concretamente ci sia da bonificare. E al di la delle ipotesi che su un possibile accordo tra comune e costruttore (sarebbe quest'ultimo in linea di massima a dovere coprire i costi della bonifica), su una soglia massima di spesa entro la quale 'fare arrivare' l'impegno del costruttore ed oltre la quale prevedere un impegno diretto del Comune, sta di fatto che uno, anzi forze l'unico, elemento vincolante all'avvio e al procedere dei cantieri, rappresenti un problema tutt'altro che risolto. 

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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