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Appello Emilia-Romagna al governo: non eliminate il reddito di cittadinanza

L'assessore regionale al welfare Igor Taruffi: 'Sarebbe un clamoroso errore'. Sono 39.000 nel 2022 le richieste per il sussidio mensile

Allarma la povertà in Emilia-Romagna. L'indicatore del reddito di cittadinanza mostra che in regione nel 2020 le richieste sono state 52.000, nel 2021 45.000 e nel 2022 sono per ora arrivate a 39.000, per un importo mensile medio di 494 euro. Il 60% delle risorse va al 70% di italiani e quindi 'non è una misura che aiuta prevalentemente cittadini stranieri, che comunque sono persone che pagano le tasse qua'. In ogni caso, 'sarebbe un errore clamoroso eliminare il reddito di cittadinanza'.
Lo segnala l'assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi, parlandone questa mattina in commissione (e rispondendo all'opposizione di centrodestra). In questo quadro, sfiora i 137 milioni di euro il budget del piano della Regione Emilia-Romagna per il contrasto alle povertà nel triennio 2022-2024.
Questa mattina il documento è stato illustrato in commissione Politiche per la salute, in vista di proseguire il suo iter con l'esame dell'Assemblea legislativa, e nel pacchetto 89,4 milioni sono fondi nazionali, 34,3 derivano dal Pnrr e gli altri 13,2 milioni sono finanziamenti del Fondo sociale europeo (Fse plus). 'I dati e i numeri sulla povertà che riguardano la nostra regione- commenta Taruffi- sono preoccupanti. Per questo motivo è necessario fare ogni sforzo e attivare ogni strumento per aiutare chi fa più fatica. Col piano regionale contro la povertà elaboriamo un approccio sistemico per continuare a cucire reti di protezione sociale, coltivando uno stretto raccordo con enti locali e Terzo settore'.
Il nuovo piano regionale, che segue quello del precedente triennio, dà attuazione al piano nazionale povertà 2021-2023, che ha introdotto novità nell'ambito dei livelli essenziali delle prestazioni (Leps) e, in particolare, negli interventi a favore della povertà estrema, attraverso una programmazione che intreccia i fondi nazionali con quelli comunitari. Tra le novità della programmazione nazionale, ci sono il potenziamento del servizio sociale professionale così come l'inserimento tra i Leps del Pronto intervento sociale e del Servizio di supporto e accompagnamento delle persone senza dimora all'iscrizione anagrafica.
Nella foto l'Assessore regionale Igor Taruffi
Lo segnala l'assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi, parlandone questa mattina in commissione (e rispondendo all'opposizione di centrodestra). In questo quadro, sfiora i 137 milioni di euro il budget del piano della Regione Emilia-Romagna per il contrasto alle povertà nel triennio 2022-2024.
Questa mattina il documento è stato illustrato in commissione Politiche per la salute, in vista di proseguire il suo iter con l'esame dell'Assemblea legislativa, e nel pacchetto 89,4 milioni sono fondi nazionali, 34,3 derivano dal Pnrr e gli altri 13,2 milioni sono finanziamenti del Fondo sociale europeo (Fse plus). 'I dati e i numeri sulla povertà che riguardano la nostra regione- commenta Taruffi- sono preoccupanti. Per questo motivo è necessario fare ogni sforzo e attivare ogni strumento per aiutare chi fa più fatica. Col piano regionale contro la povertà elaboriamo un approccio sistemico per continuare a cucire reti di protezione sociale, coltivando uno stretto raccordo con enti locali e Terzo settore'.
Il nuovo piano regionale, che segue quello del precedente triennio, dà attuazione al piano nazionale povertà 2021-2023, che ha introdotto novità nell'ambito dei livelli essenziali delle prestazioni (Leps) e, in particolare, negli interventi a favore della povertà estrema, attraverso una programmazione che intreccia i fondi nazionali con quelli comunitari. Tra le novità della programmazione nazionale, ci sono il potenziamento del servizio sociale professionale così come l'inserimento tra i Leps del Pronto intervento sociale e del Servizio di supporto e accompagnamento delle persone senza dimora all'iscrizione anagrafica.
Nella foto l'Assessore regionale Igor Taruffi

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