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Bocciatura UE sul bando A22: illegittimi prelazione e finanza di progetto, Bretella CS sempre più lontana

Bocciatura UE sul bando A22: illegittimi prelazione e finanza di progetto, Bretella CS sempre più lontana

Il Comitato No Bretella e Europa Verde chiedono lo stop immediato a espropri e deforestazione: ‘Opera senza basi giuridiche e ambientali’


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La recente decisione della Commissione Europea di bocciare il bando per il rinnovo della concessione autostradale A22 ha scatenato una dura reazione da parte di comitati e forze ambientaliste. Il bando, elaborato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato giudicato in contrasto con i principi della concorrenza per due motivi fondamentali: il diritto di prelazione concesso ad Autobrennero Spa e l’uso della finanza di progetto come modalità di affidamento. Entrambi gli strumenti sono stati ritenuti incompatibili con il diritto europeo e, secondo la Legge italiana 193/2024, non più utilizzabili per concessioni scadute.Nonostante questo colpo durissimo alla legittimità dell’intero impianto concessorio, AutoCS Spa – società partecipata da Autobrennero – ha annunciato l’avvio dei lavori preliminari per la realizzazione della Bretella Campogalliano–Sassuolo, a partire dal 1° novembre 2025. Una decisione che ha suscitato sconcerto e indignazione.


Comitato NO Bretella ed Europa Verde chiedono stop ad espropri e taglio di alberi

In una nota il Comitato No Bretella Si Mobilità Sostenibile denuncia l’incoerenza tra la bocciatura europea e l’intenzione di procedere con sfalci e deforestazione lungo il tracciato della futura Bretella. Secondo il Comitato, il bando di gara per la concessione A22, già dichiarato illegittimo, dovrà essere annullato e riscritto, aprendo la competizione a tutti gli operatori su basi paritarie.
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Autobrennero Spa, senza più garanzie di aggiudicazione, non può considerarsi legittimata a proseguire con un progetto che dipende dalla concessione stessa. Inoltre, AutoCS Spa non ha reso pubblico alcun nuovo Piano Economico Finanziario approvato dal Ministero, nonostante l’aumento dei costi stimato in 200 milioni di euro. L’avvio di lavori preliminari senza un PEF valido potrebbe configurare ipotesi di reato per danno ambientale e alterazione del territorio senza titolo. Il Comitato invita Sindaci, Provincia e Regione Emilia-Romagna a intervenire con urgenza per bloccare ogni attività sul tracciato, in attesa di chiarimenti giuridici e finanziari. Propone inoltre un’alternativa concreta per la mobilità del distretto ceramico, puntando su collegamenti ferroviari tra Dinazzano, Cittanova e Campogalliano, il completamento dello scalo intermodale Cittanova-Marzaglia, la realizzazione di un nuovo casello tra A1, Modena-Fiorano e la complanare, e il raddoppio della Pedemontana 467 tra ponte sul Secchia e via Radici in Piano.Anche Europa Verde Modena e Provincia, per voce della portavoce Paola Aime, ha chiesto la sospensione immediata degli espropri e delle attività di deforestazione. La formazione ecologista sottolinea che il progetto della Bretella è strettamente legato alla concessione A22, ora oggetto di censura da parte della Commissione Europea.
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Avviare lavori in questo contesto rischia di compromettere l’intero iter e di arrecare danni irreversibili all’ambiente e alla proprietà privata. I Consigli Comunali di Modena e Formigine hanno già chiesto la revisione del tracciato presso lo scalo merci, area strategica per la logistica ferroviaria, ma la richiesta non è stata ancora discussa con il Ministero. Europa Verde chiede l’apertura di un confronto tra Ministero, Regione, Comuni e concessionaria per valutare soluzioni alternative, coerenti con i principi di sostenibilità, trasparenza e tutela dell’interesse pubblico. «Serve un dibattito pubblico vero sul futuro della mobilità nel distretto ceramico e nella pianura modenese», conclude Giorgia Bartoli, «sicurezza, ambiente e intermodalità devono venire prima di nuove colate d’asfalto».
L’intera vicenda pone interrogativi cruciali sulla governance delle infrastrutture, sulla trasparenza delle concessioni e sulla coerenza tra politiche ambientali e scelte territoriali. In attesa di risposte istituzionali, la mobilitazione dal basso chiede una pausa di riflessione e un cambio di rotta.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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