Danza: a Modena prima assoluta per la Compagnia Zappalà
La nuova stagione apre con il nuovo 'Brother to Brother' in coproduzione con il Teatro Comunale di Modena
28 ottobre 2025 alle 08:29
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Si apre venerdì 31 ottobre 2025 alle 20.30 la stagione di Danza al Teatro Comunale di Modena con la prima assoluta di Brother to Brother: dall’Etna al Fuji, nuovo spettacolo ideato da Roberto Zappalà e coprodotto dal Teatro per la Compagnia Zappalà Danza.Coreografo tra i più significativi del nostro panorama, direttore del Centro di Rilevante Interesse Nazionale Scenario Pubblico di Catania e della compagnia di danza che porta il suo nome, Roberto Zappalà ha infuso di Sicilia la sua arte. Dalla cultura della sua bella e misteriosa terra hanno preso spunto molti spettacoli di successo dal fascino innegabile, in cui ad esempio il suono del marranzano o le processioni per la patrona Sant’Agata permeavano con il loro immaginario la scena e i corpi dei danzatori restituendo allo spettatore atmosfere e credenze. Mancava nel corpus di opere del coreografo catanese un lavoro che partisse da ‘la muntagna’, l’Etna come lo chiamano gli abitanti della città. Ispirato dagli studi dell’antropologo Fosco Maraini, che associa il vulcano siciliano al Fuji giapponese, Zappalà delinea uno spettacolo ponte tra Occidente e Oriente. Brother to Brother: dall’Etna al Fuji si presenta con un viaggio tra leggerezza e densità, tra delicatezza e irruenza.
“Il lavoro – spiega il coreografo – è un percorso tra sospensione e abisso. Un viaggio nelle profondità della terra e sulla fragile crosta della superficie, tra i comportamenti e i linguaggi dei vulcani e quelli delle comunità che li abitano. È stato un cammino alla scoperta di due mondi apparentemente lontani, ma sorprendentemente simili”. Il percorso tra i due vulcani ‘fratelli’, come vengono definiti nel titolo, viene condotto con nove eccellenti danzatori della sua compagnia e con la presenza in scena di tre percussionisti del gruppo italo-giapponese Munedaiko, consacrati alla pratica e alla valorizzazione del Taiko, il grande tamburo della tradizione nipponica, considerato specchio dell’anima di chi suona. La loro ricerca musicale si innesta sul paesaggio sonoro composto dall’artista catanese Giovanni Seminerio, altrettanto imponente quanto la presenza dei tre grandi strumenti sul fondo del palcoscenico. I corpi dei danzatori al loro cospetto giocano in antitesi: le forze endogene provenienti dalla profondità della terra si diramano in leggerezza. I tamburi provocano bolle di suoni, di ritmi che ‘scoppiano’ nelle orecchie e nel cervello degli spettatori.
Ritmi che i danzatori seguono in un fluire incessante, quasi un respiro comune armonizzato con le civiltà di origine e delle civiltà tra loro, nella speranza, oggi sempre più auspicabile, “di lubrificare le ruote della convivenza civile” come ci ricorda ancora una volta Fosco Maraini. Biglietti da 7 a 30 euro salvo riduzioni.
Gianni Galeotti
Giornalista
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...
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