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Senza presupposto giuridico, politicamente strumentale e fuori. La delibera con la proposta di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini non piace al centro destra. Al momento del voto finale prevale l'astensione di molti consiglieri, ma non manca chi non vota.
'Il problema della cittadinanza a Mussolini non esiste - afferma Barbara Moretti della Lega- è un fatto storico, che non si può cancellare né nel suo esistere né nel suo significato. Non serve revocare la cittadinanza quasi cento anni dopo alla luce di una Costituzione antifascista in cui tutti ci riconosciamo: quella è la nostra storia e con quella dobbiamo fare i conti. Rileggere tutti gli atti del passato alla luce dei principi di oggi porta solo a cancellazioni e dibattiti divisivi. Quella di oggi – ha concluso – è una trappola ideologica che lasciamo votare a chi strumentalmente l’ha proposta”.
Per Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia, Antonio Baldini ha sostenuto che la delibera “è inapplicabile e illegittima sotto il profilo giuridico perché se la persona è deceduta si estingue anche la qualità della cittadinanza onoraria”. Il fascismo, ha aggiunto, “si è concluso nel 1945 e bisogna analizzarlo in quel contesto, non con le categorie di oggi e attraverso un antifascismo a tratti caricaturale. Non dobbiamo fare confusione tra passato e presente: i singoli atti di matrice fascista vanno condannati ma oggi l’accusa di fascismo viene usata per demonizzare l’avversario. In questo senso, la delibera è fuori tempo e ha valore solo propagandistico”. La delibera avrebbe dovuto concentrarsi “sui totalitarismi, anche quelli purtroppo attuali, e non sui ‘fascismi contemporanei’ a cui si fa riferimento nel testo”, ha affermato Elisa Rossini, che ha poi rimarcato come l’atto della giunta sia “vuoto” e presenti profili “strumentali e ideologici”.
Per la consigliera il documento, infatti, “è inopportuno e irresponsabile per la sua distanza dalla realtà, ovvero la guerra in Ucraina”, e si perde quindi l’occasione “per esprimersi davvero a favore della pace e della libertà”.
Per il Capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi si tratta di una la delibera “fuori luogo e fuori tempo” e si inserisce nel contesto di “una rilettura della storia con una lente nuova e artefatta. Piuttosto che cancellare la memoria con un atto uguale e contrario, sarebbe stato meglio studiarlo e valorizzarlo per il futuro. Non è con la negazione che si fa un servizio alla collettività e alle nuove generazioni”.
Il documento, così come è stato impostato e proposto, riflette esattamente lo stato di vuoto e di disorientamento dei partiti sedicenti di sinistra che da anni hanno smesso di dire cose di sinistra, di parlare al popolo di sinistra e ai quali non è rimasto che il vessillo ormai sbiadito di un antifascismo di facciata farcito di propaganda. Che ha avuto bisogno di una ricerca spasmodica di un documento di cui si ignorava l'esistenza, come il conferimento della cittadinanza onoraria a Mussolini, per essere rinfrescato'
Per Stefano Prampolini (Lega) dal passato, “specie se difficile, dovremmo trarre la forza di migliorare. Quella pagina della nostra storia cittadina deve scolpirsi nella memoria di ogni modenese come memento perché scelte come quella non si ripetano. È sbagliato cancellare un fatto storico con una delibera: il tentativo di imbrogliare la storia è un atto di debolezza ed è sempre pericoloso”. Per Luigi Santoro la delibera è “strumentale e priva di senso”, definendola “un atto politico che distoglie l’attenzione dai veri problemi della città”. Anche la consigliera ha osservato che “la cittadinanza onoraria era decaduta con la morte di Mussolini” e ha suggerito alla giunta di “dedicarsi ai veri problemi della città, come la crisi economica, la sicurezza e il lavoro, situazioni sorte anche a seguito della pandemia”.
Affermando che la revoca arriva quasi cento anni dopo il conferimento della cittadinanza “senza che nessuno finora l’abbia ritenuta importante”, Beatrice De Maio (Modena sociale) ha sostenuto che “forse i motivi alla base di questa revoca proprio ora sono lavarsi la coscienza per ciò che si sta facendo su altri fronti”. La consigliera ha ricordato, quindi, che l’Italia e i Paesi della Nato non hanno votato la risoluzione dell’Onu del 18 novembre 2021 che vieta la glorificazione del nazismo. “E questo a pochi mesi dall’operazione russa in Ucraina che tutti sapevano essere la destinataria del provvedimento. Il cinismo dell’Occidente è senza vergogna”, ha concluso auspicando una riflessione su quanto sta accadendo.
In sede di dichiarazione di voto, Alberto Bosi (Lega) ha innanzi tutto ricordato che “la libertà deve rappresentare sempre e comunque un principio fondamentale da perseguire, non ci sono totalitarismi classificati di serie A o B”. Quindi, motivando l’astensione al provvedimento, ha affermato pure che “la giunta sta strumentalizzando la vicenda. Piuttosto dovrebbe occuparsi di problemi reali di sicurezza e ambiente e invece i cittadini subiscono un nuovo aumento dell’Irpef e un incremento delle multe con l’obiettivo dell’Amministrazione comunale di far cassa”.
Redazione Pressa
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