Il Gup del Tribunale di Roma ha pronunciato la sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Roberto Casari nell'ambito di uno dei filoni di indagine originati dall'inchiesta della Procura di Napoli (P.M. Carrano, Loreto e Woodcock) sulla società CPL Concordia.
Come noto a Napoli è rimasto solamente il filone relativo al sindaco di Ischia, Ferrandino (processo nel quale non è imputato Casari), mentre una parte dell'inchiesta è stata trasmessa per competenza territoriale a Modena (dove a distanza di due anni il processo non è ancora iniziato) e un'altra parte a Roma.
Il filone romano per il quale ieri si è conclusa l'udienza preliminare con il prosciglimento di tutti gli imputati, nasceva dalle rivelazioni di Francesco Simone, responsabile relazioni istituzionali di CPL e dalle intercettazioni telefononiche eseguite dai carabinieri del NOE al comando del cap. Scafarto ed ipotizzava la corruzione da parte del Casari, allora presidente di CPL, di un ufficiale dei servizi segreti italiani, di stanza negli Emirati Arabi, per ottenere notizie riservate (non meglio specificate nel campo d'imputazione).
La difesa di Casari, rappresentanta dagli avvocati Vellani del Foro di Modena, Chiappero e Nubile del Foro di Torini e Sena del Foro di Napoli, esprime grande soddisfazione per questa sentenza che si aggiunge al prosciglimento ottenuto solo pochi mesi fa per l'affare del fotovoltaico e demolisce un'altra parte delle accuse mosse al proprio assistito.