Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Nei giorni scorsi il Ministro dell'Interno Marco Minniti lo aveva detto alla festa provinciale dell'Unità di Modena: 'Scacciando la moneta cattiva (quella dei trafficanti di essere umani), con la moneta buona (quella dell'Europa, al fine di garantire percorsi di accoglienza per chi cerca protezione e di sostegno alle popolazioni libiche), gli sbarchi si sono ridotti dell'80% e in certi giorni anche del 100%'. Che, tradotto, significa che se si paga, il problema si risolve o almeno si riduce di tanto.
Immettendo grandi quantità di risorse pubbliche (dell'Italia e dell'Europa), in un sistema dove gli unici, o quasi, soldi che girano sono (ed erano), quelli dei trafficanti. Perché alla fine, là, in quei 14 centri della Libia elencati da Minniti dove il traffico di esseri umani rappresenta il maggior business, 'l'unica industria fiorente', gli affari non li puoi togliere se a queste comunità (e a chi li rappresenta), non fornisci un'alternativa che garantisca lo stesso business, lo stesso giro di soldi.
Risorse tese al miglioramento delle condizioni socio-economiche delle comunità locali e che si vanno a sostituire, appunto, al business legato alla tratta di esseri umani.
Moneta buona al posto della moneta cattiva, appunto. Moneta buona, denaro fresco, dall'Europa, che le autorità libiche hanno confermato di ricevere e gradire. L'occasione per un ulteriore conferma l'ha rappresentata la riunione del 15 settembre scorso, presso il Ministero dell’Interno, del Comitato Misto in attuazione del Memorandum Italo-Libico, per un punto di situazione e le ulteriori iniziative da assumere. Alla riunione presieduta dal Ministro dell’Interno Marco Minniti hanno preso parte una delegazione libica composta da rappresentanti del Ministero dell’Interno, della Difesa e degli Affari Esteri, guidata dal Vice Ministro dell’Interno Ashour.
Le autorità libiche hanno preso atto degli sforzi dell’Unione europea per migliorare le condizioni socio-economiche delle comunità locali. E questo, ufficialmente, sarebbe alla base dei conseguenti effetti sul fronte della riduzione degli sbarchi.
Detto fatto. Gli sbarchi di stranieri di origine nigeriana quest'anno sono calati del 35% rispetto al 2016. Negli ultimi 4 giorni gli sbarchi totali sono stati 159. Negli stessi giorni del 2016 erano 4.469. Un crollo verticale che potrebbe fare pensare che se le quote distribuite dal Ministero su scala regionale rispettassero un criterio di equlibrio, allora l'Emilia-Romagna potrebbe essere esentata da nuovi arrivi.
Perché proprio in Emilia-Romagna sono già arrivati e presenti l'8% delle donne (e soprattuttodegli uomini) sbarcati negli ultimi anni. Dato che la Regione condivide con Lazio e Sicilia. Mentre ci sono regioni come Abruzzo, Molise, Trentino e Valle D'Aosta che accolgono 'solo' il 2% degli immigrati sbarcati in Italia. L'Emilia Romagna è superata soltanto dalla Campania (che accoglie il 9% dei richiedenti asilo), e dalla Lombardia, unica a sforare la quota del 10%, attestandosi al 14%.