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Elezioni Modena, confronto col 2014: il futuro è in mano alla Lega

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Ma il partito di Salvini è spaccato al proprio interno tra la corrente di Vinci e quella di Bargi e poi c'è il nodo-segreterie con Panini da sostituire


Elezioni Modena, confronto col 2014: il futuro è in mano alla Lega
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Chiuso il capitolo delle elezioni politiche, a Modena si guarda già al voto delle amministrative 2019.
Un paragone tra i dati delle amministrative di 4 anni fa a Modena (anche se le elezioni cronologicamente più recenti sono le Regionali) e quelli emersi, sempre a Modena, dalle elezioni di domenica merita di essere fatto.



CHI SALE

Nel 2014 a Modena la Lega corse da sola candidando a sindaco Stefano Bellei. Ottenne 2986 voti, 3,1%.  Domenica la Lega a Modena ha invece incassato 14.286 voti equivalenti al 14,34% dei consensi. Con un +11%.
Nel 2014 il M5S con Marco Bortolotti portò al ballottaggio Muzzarelli col 16,3% mentre domenica il M5S ha registrato a Modena un 25,5%. Con un +9% che ha permesso ai pentastellati di portare a Roma i modenesi Lanzi, Ferraresi, Ascari e Mantovani.

CHI SCENDE

Nel 2014 Forza Italia, Fdi e Udc insieme candidarono Giuseppe Pellacani ottenendo il 12,5% (a cui va sommato il 4% ottenuto da Carlo Giovanardi), domenica questo agglomerato (Fdi, FI e Udc compreso Giovanardi) ha conquistato il 13,84% perdendo quindi quasi 3 punti (nonostante l'elezione del tandem Fiorini-Aimi).
Nel 2014 il Pd, Sel e Moderati vari candidarono Giancarlo Muzzarelli e sfiorarono solo il 50% (49,7%), oggi quella coalizione (con il dubbio di Sel che ora a Modena si è unita alla lista Querzè) ha ottenuto il 36,71% perdendo il 13% e portando in parlamento Pini, Richetti e Patriarca (ammesso il leghista Stefano Corti non vinca il ricorso), ma non Vaccari.

CHI PAREGGIA

La sinistra riformista della Querzè nel 2014 ottenne il risultato del 7,1%, oggi quella sinistra (più Sel) ha ottenuto con Cecilia Guerra (non eletta nonostante il quasi unanime apprezzamento) in città il 6,7%.


La sinistra radicale con Novara ottenne l'1,3%, oggi Potere al Popolo è al 1,36%.

I CIVICI

Restano fuori da questa logica i partiti che domenica sono rimasti sotto al 1% e le due civiche di Montanini e Ballestrazzi che insieme nel 2014 ottennero il 6% e che si può immaginare siano voti confluiti domenica in gran parte nei 5 Stelle. 

LO SCENARIO

Insomma, lo scenario è chiaro ed è quello più volte fotografato in questi giorni: a Modena il Pd perde consensi, ma proporzionalmente li perde esattamemte come Forza Italia. Volano invece Lega e M5S.
Soprattutto la Lega.
Ora tra un anno si rivota per il rinnovo del sindaco e il ballottaggio è scontato. In base ai dati Muzzarelli (ammesso il Pd ricandidi l'amico di Vasco) dovrà vedersela con il centrodestra (ovviamente solo se si presenterà unito) e non con i 5 Stelle.
Una sfida difficile, molto dipenderà dall'uomo (o dalla donna) che il centrodestra riuscirà a presentare. E con un centrodestra decisamente a traino leghista è difficile non pensare che il candidato sindaco non lo esprima proprio il partito di Salvini. Certo, una volta risolti i problemi di leadership locale con il rinnovo della segreteria cittadina (oggi guidata da Filippo Panini che però non ha più i numeri per restare) e della segreteria provinciale (guidata dal commissario Giovanni Battista Tombolato, appena eletto in Parlamento). E una volta sanata l'eterna frattura tra la parte legata al segretario regionale Gianluca Vinci e quella legata al consigliere regionale Stefano Bargi (e oggi anche al deputato Guglielmo Golinelli).

Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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