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'E' giusto che gli alunni e gli studenti che scenderanno in piazza venerdì 29 aprile su iniziativa della rete modenese Scuole della pace, con il patrocinio del Comune di Modena, conoscano anche la situazione dei loro coetanei del Donbass che da 8 anni vanno a scuola nei rifugi, come era stato promesso loro dai politici di Kiev e che purtroppo sono caduti a centinaia, nei bombardamenti che hanno martoriato le enclavi di Lugansk e Donestk, in un conflitto che la comunità internazionale ha colpevolmente ignorato, fino all'attuale e forse inevitabile allargamento. Conto sulla sensibilità istituzionale del sindaco Muzzarelli perché le ragioni di tanti cittadini ucraini di lingua russa che hanno gli stessi diritti ed eguale dignità di tutti gli altri vengano riportate nella campagna di sensibilizzazione del mondo scolastico e della cittadinanza modenese'
A chiederlo il Consigliere comunale di Modena Sociale Beatrice De Maio in merito alla mobilitazione di sensibilizzazione che venersì 29 aprile coinvolgerà studenti docenti in diversi luoghi di Modena sull'importanza della pace e della pacifica convivenza tra i popoli.
'Una iniziativa condivisibile - prosegue - per la sua finalità ma che non può prescindere da alcuni considerazioni riguardanti l'importanza di una seria ed obiettiva ricostruzione storica del conflitto in atto; conflitto che non è iniziato con l'entrata dell'esercito russo nel territorio ucraino, all'inizio del mese di marzo ma nel 2014, quando la popolazione russofona dei territori del Sud Est dell'Ucraina si è sentita minacciata dal governo insediato a Kiev dopo la rivolta di Piazza Maidan, minaccia che in alcune situazioni si è trasformata in una vera e propria persecuzione a etnica contro gli ucraini di lingua russa, culminata in drammatici episodi come la strage di Odessa del 2 maggio 2014, quando bande di estremisti nazionalisti che usano simboli neo-nazisti hanno massacrato decine di uomini e donne che si erano rifugiati nella Casa dei Sindacati, in Piazza Kulikova, per sfuggire all'assalto dei nazionalisti.
La classe politica di Kiev ha colpevolmente soffiato sul fuoco del peggior etno-nazionalismo, proibendo l'uso della lingua russa nelle scuole e nella pubblica amministrazione e obbligando, di fatto, le popolazioni russofone a intraprendere una ribellione armata per salvaguardare la propria sopravvivenza e la propria identità, come non ricordare le parole terribili dI Poroshenko nel marzo 2014: 'i nostri figli frequenteranno le scuole, i vostri staranno nelle cantine', rivolto alle minoranze russe, lo stesso Poroshenko che venne eletto Presidente due mesi dopo in un'elezione alla quale parteciparono solo i cittadini dell'Ucraina centro- occidentale. La situazione non è cambiata con i governi successivi e neppure con quello del Presidente Zelensky che pure era stato eletto promettendo la pace in Donbass'
Redazione Pressa
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