'La lotta alla pandemia si fa anche coi vaccini, ma soprattutto si fa potenziando la sanità con assunzioni ed investimenti, ricostruendo la medicina territoriale, applicando rigorosi protocolli sanitari alle aziende, finanziando la quarantena e azzerando i costi dei tamponi, aumentando il personale scolastico e sfoltendo le “classi pollaio”, rafforzando i trasporti pubblici e incentivando la ricerca scientifica indipendente dagli interessi delle multinazionali farmaceutiche - continua il SiCobas -. Il lasciapassare colpisce i lavoratori nei loro diritti essenziali (accesso ai servizi, al posto di lavoro, all'istruzione, alla cultura) senza scalfire minimamente i fattori di contagio, alimentando un'odiosa ed artificiale divisione tra pro e no-vax. A macchia di leopardo, i lavoratori hanno già dato segno di non voler accettare la cancellazione di diritti acquisiti come la mensa, tanto meno di voler rischiare sospensioni dal lavoro e dal salario. Si tratta allora di valorizzare queste prime risposte operaie, di estenderle e generalizzarle, collegandole a quanto, come Sicobas, abbiamo cercato di fare dall’inizio della pandemia, imponendo stringenti protocolli di sicurezza ai padroni, in opposizione a quelli all’acqua di rose siglati dai confederali e proclamando l’astensione dal lavoro, a protezione della salute e della vita dei lavoratori, laddove mancavano condizioni minime di sicurezza'.
'Per queste ragioni il SiCobas rifiuta il Green Pass ed invita a denunciare e combattere le contraddizioni del governo, indicando come primo passo l'adesione allo sciopero generale del sindacalismo di base, chiamato per l'11 ottobre'.


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