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'La fretta con cui è stata proposta, la mancanza di un progetto politico alla base, la diversità e lo squilibrio, anche numerico, dei due comuni, e l'assenza di sperimentazione rispetto all'unione dei servizi tra i due comuni. Elementi che in tante altre fusioni di comuni già avvenute abbiamo visto e che al contrario, mancavano totalmente nel progetto di fusione proposto tra Montecreto e Lama Mocogno.
Questi sono i principali aspetti alla base della vittoria del No a Montecreto e che ha portato allo stop della fusione'
Ce lo spiega Maurizio Cadegiani, ex sindaco di Montecreto e portavoce del Comitato del NO, al referendum al quale chiediamo di replicare anche all'accusa rivolta dai sostenitori del Comitato di SI (composto anche dai sindaci PD dei due comuni), dall'avere seminato paura rispetto e disinformazione in maniera scorretta.
'Semmai è il contrario - afferma Cadegiani - non abbiamo semplicemente spiegato ai cittadini gli effetti di una fusione che nel caso di Montecreto, arrivando in questo modo, senza un progetto politico, senza avere ragionato sugli ambiti territoriali, e con uno squilibrio così grande anche in termini di popolazione, avrebbe sacrificato Montecreto sulla base di un'imposizione politica che come tale non poteva essere accettata. I cittadini hanno capito. La fusione a freddo di due ambiti territoriali disomogenei dal punto di vista numerico avrebbe portato ad uno squilibrio troppo grande e pericoloso per Montecreto. Poi, lo ripeto, sarebbe stato importante avere prima un processo di Unione di servizi per fare sperimentare ai cittadini ciò che significa. Ci sono comuni in cui questo è avvenuto anche cinque o sei anni prima di procedere con la fusione'
Si parla di perdita di milioni di euro che sarebbero andati a vantaggio del nuovo comune unico.
Non si è persa una occasione?: 'Non si è perso nulla, anche perché nel merito, al netto dei costi, in una fusione di questo tipo la cifra sarebbe stata molto ridimensionata. Ma il problema è più generale, e di strategia, e riguarda tutta la montagna. Il no e lo stop a questa fusione fornisce vitalità al nostro comune e offre un'opportunità per rimettere in discussione gli ambiti territoriali definiti dalla Regione Emilia - Romagna. Qui lo sforzo deve essere di tutti. Nei singoli consessi istituzionali bisogna riduscutere gli assetti territoriali definiti in passato e nel caso dell'Unione dei comuni del Frignano, definitirli. Ricordiamo che all'interno dell'Unione questo confronto sugli assetti territoriali all'interno dell'Unione non è stato affrontato. Invitiamo i sindaci dell'Unione dei Comuni del Frignano a farlo'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>