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Chi pensava che il caso della società creata nel 2005 e partecipata al 100% dal Comune di Mirandola, per la gestione del servizio dei funerali nel comune stesso, fosse superata, si sbagliava. Perché è di questi giorni la decisione della Procura della Corte dei Conti di convocare l'allora Amministrazione comunale, insieme al segretario comunale, a relazionare sui conti della società. Dopo la creazione della s.r.l. a partecipazione pubblica, nel 2005 (fu l'anno in cui sulla scia delle novità introdotte dal governo vennero create molte altre società partecipate comunali tra le quali, in provincia di Modena, il caso più famoso è quello rappresentato da SGP a Sassuolo), seguirono anni in cui i conti quadrarono. Del resto, quello delle onoranze funebri, pur in una continua trasformazione legislativa, è un campo che non conosceva (e non conosce) crisi.
Poi, dal 2010, la società inizia a perdere utili e inizia il disavanzo, che in pochi anni raggiungerà i 260.000 Euro. I consiglieri di centro destra si accorgono che qualcosa non va e attraverso atti ispettivi accedono ai documenti contabili e rendiconti (la società a responabilità limitata ha comunque come socio unico il Comune), e notano anomalie date anche dalla non corrispondenza tra i dati di bilancio della società partecipata e quelli del comune. Con una mozione, approvata all'unanimità, il Consiglio chiede il ricorso ad un soggetto terzo, esterno, per valutare la correttezza nei conti e confermare eventualmente le anomalie riscontrate. Irregolarità che vengono riscontrate e segnalate alla Corte dei conti che decide di convocare gli amministratori per vederci chiaro. Nel frattempo, il Comune, propone e chiude una proposta di arbitrato 20.000 euro. Che ora potrebbe anche finire nel calderone delle verifiche.
La situazione e la richiesta nell'intervista ad Antonio Platis, consigliere comunale di Forza Italia a Mirandola
Ora la società ex pubblica è stata posta in liquidazione ma di quel disavanzo e di anomalie nel rapporto tra i conti della società partecipata ed i conti del Comune, pare che qualcuno dovrà rispondere. Almeno davanti alla magistratura contabile. Nel frattempo la società è stata posta in liquidazione. Per lo svolgimento di quelle funzioni esercitate dal pubblico, è subentrato ora un privato con lunga esperienza nel settore che ha riportato la situazione alla normalità, che tale, a Mirandola, non lo era nemmeno sotto l'aspetto della disponibilità dei luoghi in cui organizzare i funerali. Anche le sole 3 camere ardenti dell'ospedale di Mirandola, da anni al centro di critiche per l'esiguità del loro numero e l'inadeguatezza degli spazi, non sono sufficienti per la popolazione. Il terremoto, in termini di riduzione degli spazi, soprattutto per le cerimonie di carattere religioso, ha fatto il resto. La disponibilità di un privato che gestisce parte dei funerali, anche religiosi, all'interno delle proprie strutture, alleggerisce di molto anche il carico di lavoro che ancora oggi peserebbe sulle strutture pubbliche.
Ora la minoranza consigliare di Mirandola chiede, per voce del Consigliere azzurro Antonio Platis, la convocazione della Commissione controllo e Garanzia per tracciare il punto della situazione e fare chiarezza sui rilievi mossi, accertati. e ora sul tavolo della Corte dei Conti. In caso di accertamento delle irregolarità la responsabilità ricaderebbero sul comune e su coloro che adottarono le scelte e approvarono gli atti relativi a quanto poi successivamente contestato. 'Il richiamo della Corte dei Conti conferma che i nostri rilievi e la nostra richiesta di fare chiarezza non solo era pienamente fondata ma probabilmente, era stata sottovalutata da chi, alla guida di un comune in qualità di socio unico, aveva il pieno diritto di controllo della partecipata stessa'