Inceneritore: i rifiuti speciali superano gli urbani, che crollano
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Inceneritore: i rifiuti speciali superano gli urbani, che crollano

Data: / Categoria: Politica
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A ottobre 2024 (ultimo dato Arpae disponibile), 35.000 tonnellate in meno bruciate rispetto all'anno precedente. L'impianto di Modena, dimensionato per area vasta e per grandi quantità, ad un bivio. La dismissione entro il 2034, con questi dati potrebbe essere già tracciata


Inceneritore: i rifiuti speciali superano gli urbani, che crollano
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Il termovalorizzatore di Modena ha registrato una significativa riduzione nella quantità di rifiuti bruciati tra ottobre 2023 e ottobre 2024. L'analisi dei dati più recenti (gli ultimi disponibili nel report Arpae si fermano all'ottobre 2024 compreso), mette in luce un calo complessivo di 35.500 tonnellate di rifiuti bruciati rispetto allo stesso mese del 2023, con una tendenza che segna una svolta nella gestione dei rifiuti della città e della provincia. L'effetto di una raccolta differenziata più spinta evidentemente si sente al punto che, pur nei limiti dell'inceneritore modenese non modulabile sotto certi livello perché dotato di una sola potente linea e dimensionato per un bacino di area vasta, potrebbe motivare un'accelerazione nel processo di dismissione e spegnimento dell'inceneritore stesso; prospettiva indicata anche nel programma elettorale del sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, con la chiusura dell'impianto prevista anche prima del 2034.


I dati
Al mese di ottobre 2024 (quindi nei primi 10 mesi dall'anno), l'inceneritore di via Cavazza ha trattato 152.228 tonnellate di rifiuti (urbani + speciali), una quantità nettamente inferiore rispetto alle 184.745 tonnellate bruciate allo stesso mese dell'anno precedente. Se l'andamento dei conferimenti urbani continuerà in questa direzione, il 2024 potrebbe essere il primo anno in cui la quantità di rifiuti bruciati potrebbe scendere al di sotto delle 200.000 tonnellate, un risultato significativo che rispecchia la continua riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati. Anche perché quest'anno si registra un altro dato significativo. Lo stop nell'aumento di rifiuti speciali, non urbani (che comprende anche quelli industriali e da altre regioni).
che negli anni precedenti compensava la riduzione di quelli urbani mantenendo la quantità generale dei rifiuti conferiti nelle bocche di fuoco dell'impianto ad un livello sempre superiore alle 200.000 tonnellate (rispetto ad un limite di 220.000)

La riduzione più evidente riguarda i rifiuti urbani sia dalla provincia di Modena sia da altre province, passati dalle 108.000 tonnellate del 2023 a 75.795 tonnellate nel 2024, con un calo tanto nei rifiuti prodotti dal territorio modenese sia quanto in quelli provenienti da altri territori. I rifiuti urbani generati dalla provincia di Modena sono passati da 82.847 tonnellate al mese di ottobre 2023 a 55.465 tonnellate allo stesso mese del 2024, mentre quelli delle altre province sono diminuiti, nello stesso periodo, da 26.480 a 20.330 tonnellate. Per la prima volta, considerando i primi 10 mesi dell'anno, la quantità di rifiuti urbani indifferenziati conferiti, scende a livello di un terzo della potenzialità totale dell'impianto (220.000 tonnellate), valore che scende ad un quarto se si considerano solo i rifiuti urbani della provincia di Modena.

Questo calo dei rifiuti urbani a livello provinciale è il frutto di politiche sugli interventi raccolta differenziata e su una conseguente minore produzioni di rifiuti indifferenziati, da destinare all'inceneritore. Ciò non solo nel bacino Hera, ma anche per altri territori della provincia di Modena e di altre province, che utilizzano l'inceneritore di Modena per smaltire il residuo indifferenziato, pur prodotto in quantità sempre inferiori, come nel caso di Geovest ed Aimag (solo per citare alcuni operatori che operano sul territorio provinciale di Modena.

Rifiuti speciali
Se da una parte si registra una diminuzione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti e conferiti in inceneritore, dall'altra si osserva un leggero aumento dei rifiuti speciali. Nel mese di ottobre 2024, i rifiuti speciali trattati sono stati 76.433 tonnellate, rispetto alle 76.118 tonnellate dell'anno precedente. All'interno di questa categoria, si segnala un aumento dei rifiuti speciali non pericolosi (EER 1912), mentre i fanghi trattati sono diminuiti drasticamente, passando dalle 851 tonnellate del 2023 alle 62 tonnellate del 2024. Il leggero aumento, che se considerato in un arco di dieci mesi indica sostanzialmente una stabilità, rappresenta anch'esso una novità. Fino all'anno scorso, il calo, seppur meno netto, della quantità di rifiuti urbani conferiti, era compensato da un aumento netto dei rifiuti speciali (di derivazione non urbana, anche industriale e provenienti anche da altre regioni e che da alcuni anni erano consentiti in quantità superiori alle 50.000 tonnellate annue, fissate fino ad alcuni anni fa); cosa che oggi non avviene. Nonostante la sostanziale stabilità nei rifiuti speciali, il calo da 35.000 tonnellate negli urbani è tale da segnare per la prima volta il superamento dei rifiuti speciali conferiti rispetto a quelli urbani.
Il discorso sarebbe più complesso se considerassimo il potere calorifico generato dalla diversa tipologia di rifiuti (ovvero il calore prodotto e necessario per garantire una qualità dell'incenerimento e delle emissioni varia a seconda dei rifiuti), ma in questo caso ci atteniamo e ci fermiamo alle quantità.

Emissioni inquinanti
Pur in un numero ben al di sotto di quello consentito per gli sforamenti rispetto alla soglia delle emissioni inquinanti, sforamenti comunque, nel corso dell'anno, ce ne sono stati. In numero maggiore per quanto riguarda il monossido di Carbonio. Nella scheda i dati specifici




Considerazioni
Il calo dei rifiuti urbani, non compensato da quelli speciali, e la conseguente riduzione sul totale dei rifiuti (urbani e speciali) conferiti all'inceneritore, potrebbe far sorgere la necessità di rivedere la capacità dell'impianto, progettato per trattare quantità di rifiuti in volume ben superiore. Ma come sappiamo ciò non è possibile, se non in parte, considerando che la quantità dell'inceneritore dopo il passaggio, 15 anni fa, dalle 3 linee modulabili ad una sola quarta potente linea, non consente di scendere al di sotto di una quantità di rifiuti immessi e di una certa temperatura.

Dati che potrebbero allo stato attuale fornire quantomeno una indicazione sul percorso da seguire per giungere, anche prima del 2034, come indicato tra le possibilità nel programma elettorale della coalizione di centro sinistra a supporto di Massimo Mezzetti, all'ipotesi di spegnimento dell'impianto. Ciò anche alla luce del fatto che questa tendenza al ribasso nella quantità di rifiuti destinati all'inceneritore, con una applicazione sempre più rigida dei nuovi sistemi di raccolta, dovrebbe continuare nei prossimi anni, ponendo la politica di gestione di un impianto come quello di Modena, ad un bivio: o continuare ad aumentare la quota di rifiuti speciali da bruciare per compensare la riduzione costante degli urbani senza scendere al di sotto di una certa soglia annua, o aumentare i periodi di spegnimento dell'impianto (ricordiamo che solitamente in agosto l'impianto viene spento per alcune settimane anche per consentire la manutenzione).
Come terza ipotesi tornerebbe quella della dismissione, non solo nei termini previsti al 2034 ma in certe condizioni, e come ipotizzato nel programma elettorale del sindaco Mezzetti, anche prima. La progressiva riduzione dei rifiuti non riciclabili, da conferire all'inceneritore, se non compensata in egual misura o superiore da rifiuti speciali, offre da tempo l'opportunità di avviare una pianificazione che tracci e accompagni tale percorso. Ma di questo, almeno ufficialmente, e a livello istituzionale, non pare esserci ancora traccia.

Gianni Galeotti

Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 
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