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'Partiranno ad ottobre i congressi territoriali del Partito democratico e per rilanciare sul territorio la nostra azione, quella del Partito Democratico, inizieremo a chiamare a raccolta il nostro popolo nella grande manifestazione nazionale a Roma contro il governo'. Ad affermarlo il segretario Maurizio Martina che a Modena ha chiuso la festa provinciale dell'Unità, tracciando la strada del partito per i prossimi mesi. 'Noi abbiamo detto parole chiare. Adesso siamo tutti impegnati per la manifestazione del 30 settembre, perche' abbiamo bisogno di chiamare ad un momento di partecipazione condivisa tanti italiani che hanno voglia di costruire alternativa con noi', dice il segretario ricordando l'appuntamento di Roma in piazza del Popolo. 'Lì ci ritroveremo e sarà un primo passo verso il rilancio di un'azione che ci porterà a battere la destra. Poi avremo il nostro forum nazionale di progetto a Milano e le primarie si fanno a gennaio.
Da qui a la' si fanno i congressi territoriali'.
Questi, ripete Martina, 'partono con ottobre mentre a gennaio e' il momento delle primarie nazionali'. Il segretario Martina, sul palco insieme al segretario provinciale Davide Fava e al segretario regionale Paolo Calvano, parla ad una platea che forse per il lunedì, forse per la minaccia di pioggia, è meno numerosa di quella che ha salutato la sera prima l'ex Premier Gentiloni. Una platea alla quale poche volte, e solo ad una parte, Martina è riuscito a strappare l'applauso. Poco l'entusiasmo generato anche all'interno dei ristoranti gestiti dal PD dove il segretario nazionale ha fatto tappa salutando ed omaggiando i volontari fuori e dentro le cucine.
E la clack, quella capace di fare scattare e trascinare l'applauso, nell'area del Palaconad dove si svolge il comizio finale, parte soprattuto dalla prima fila, dove ci si sarebbe aspettata la presenza della dirigenza e degli eletti PD al gran completo, e dove invece spiccavano solo il sindaco di Carpi, di Bastiglia, di Modena, oltre al senatore Patriarca, ai consiglieri regionali Boschini e Campedelli e all'assessore regionale Palma Costi. Che un tempo, un evento del genere, al di la del carisma del segretario, sarebbe stato immancabile per la nomenclatura e per gli eletti, a qualsiasi livello. 'Ma i tempi sono cambiati e la sinistra ed il PD - dice Martina- non sono stati capaci di cambiare, soprattutto a livello nazionale ed europeo. Mentre la destra è cambiata - dice - che se in peggio'. E allora ecco che il segretario nazionale riparte con critiche e attacchi al governo, populista, capace di riaprire scenari 'che fanno paura, che mettono a rischio la tenuta del paese ed il futuro dell'Italia intera'. Lui ha la camicia bianca stile Renzi che alla festa dell'Unità ormai evoca solo ciò che molti, tra quel popolo dove i militanti si chiamano ancora compagni, preferiscono rimuovere, dimenticare. Martina ci prova a scaldare gli animi ma non ce la fa soprattuto quand continua ad attaccare il governo senza entrare minimamente nel merito di ciò che il PD deve fare per ridare risposta all'elettorato perso. Martina di ferma alle dichiarazioni di intenti rivolgendosi al pubblico: 'Dateci delle idee per costruire un nuovo futuro del partito' Il bisogno di congresso per trovare una ladership forte, di fronte a queste parole, diventa sempre più concreto e sentito, soprattutto nei commenti delle ultime file che mugugnano un po' quando il segretario continua ad attaccare il governo e a ripete come un mantra la necessità di un cambiamento del PD che ancora deve arrivare, che ancora deve partire. E - come aveva detto la sera prima il più pragmatico, almeno nei termini, Stefano Bonaccini, 'non si può aspettare oltre per fare partire'. E nel frattempo al Palaconad si avvicinano le 23. Tempo di fuochi, tempo di saluti. La festa è finita.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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