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Liste d'attesa in Emilia Romagna, Mastacchi: 'I cittadini vogliono risposte'

Liste d'attesa in Emilia Romagna, Mastacchi: 'I cittadini vogliono risposte'

'Dobbiamo passare dalle norme che si auto-difendono e che danno giustificazioni a quello che non funziona, a un sistema che comincia a dare delle risposte'


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E’ stata discussa nel corso dell’ultima Aula dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna l’interpellanza presentata dal Consigliere di Rete Civica Marco Mastacchi riguardo la gestione delle liste d'attesa sanitarie. L'interpellanza critica aspramente la disconnessione tra la normativa vigente — molto articolata e complessa — e la sua effettiva applicazione pratica da parte delle Aziende Sanitarie. 'Abbiamo evidenziato diversi problemi sistemici, inclusa la mancata accessibilità costante alle agende di prenotazione e l'omissione nel contattare i pazienti inseriti nelle preliste. Inoltre gli specialisti spesso non 'prendono in carico' il paziente, costringendolo a rivolgersi nuovamente al Medico di Medicina Generale (MMG) per le prescrizioni, specialmente per i pazienti cronici, che perdono anche il diritto all'esenzione dal ticket per le visite di controllo, dovendole dichiarare “prime visite” - afferma Mastacchi -. L'assessore Massimo Fabi ha risposto affermando che ci sono sistemi di monitoraggio pubblici e che la Regione sta lavorando attivamente per migliorare il rispetto dei tempi di attesa, in linea con gli standard nazionali e regionali. Fabi ha sottolineato gli sforzi per la continuità assistenziale e la gestione delle preliste per le criticità, non rispondendo – di fatto - in merito alle motivazioni per le quali le norme non sono applicate'.
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Mastacchi ha ribadito l'insoddisfazione per la discrepanza tra i dati ufficiali e le difficoltà pratiche incontrate dai cittadini, costretti a grandi disagi dovuti agli spostamenti e ai conseguenti tempi, che sarebbero molto più snelli e rapidi se le norme fossero applicate. Ha poi invocato un cambio di paradigma orientato ai diritti. 'Non è andando a leggere i dati sul sistema o sul sito web che si danno risposte concrete ai cittadini. Sappiamo bene che ogni sistema si crea una sorta di schermatura, di autodifesa, per tutelarsi. Ci sono delle norme, viene fatto tutto quello che serve per dimostrare che “va tutto bene” e non quello che serve per risolvere i problemi dei cittadini'. Ha sottolineato. 'Ho sollecitato più volte il cambio necessario: bisogna guardare ai diritti delle persone e non solo alle normative e al fatto di adempierle formalmente. Non basta scrivere o normare un problema, dobbiamo risolverlo ed è questo che ci aspettiamo tutti quanti. Dobbiamo passare dalle norme che si auto-difendono e che danno giustificazioni a quello che non funziona, a un sistema che comincia a dare delle risposte ai cittadini'.
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