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Traffico congestionato, inquinamento da auto, degrado urbano derivato da migliaia di metri quadrati di aree industriali dismesse, una rete ciclabile frammentata, interventi urbanistici a macchia di leopardo apparentemente senza una visione di insieme e di futuro. E poi la presenza delle fonderie, con le sue emissioni (anche di benzene, inquinante cancerogeno mai rilevato prima ed emerso solo dalle ultime indagini Arpae legate all'esposto in Procura del comitato RespiriaMo aria pulita), che continueranno fino al 2022, anno confermato per il loro smantellamento ed il trasferimento a Navicello. Problemi singoli che si inseriscono all'interno della grande cornice progettuale che prende il nome di diagonale. Quel progetto di riqualificazione urbana che dovrebbe avere il via a giugno e per il quale il comune riceverebbe due milioni di euro dal Cipe per un progetto da 2,5 milioni. Ovvero quella fascia di città, tutta da riqualificare, dopo lo spostamento della linea storica della ferrovia.
Con tre progetti e con un unico obiettivo: ricucire due parti della città un tempo divise sull'asse diagonale che va dalla stazione ferroviaria al Polo Leonardo. Con la realizzazione di una pista ciclabile, con la riqualificazione della porta di accesso al cimitero, con la realizzazione di quel collegamento stradale che da San Cataldo dovrebbe portare alle immissioni da e verso il nuovo casello Modena-Nord e al nuovo scalo di Marzaglia
“Oltre ai Fondi di coesione e sviluppo messi a disposizione dal Cipe, finanzieremo l’intervento con mezzo milione di euro di risorse comunali”, ha ribadito il sindaco Gian Carlo Muzzarelli. 'Serviranno per realizzare il percorso ciclabile in sede protetta, prevedendo anche in prospettiva l’inserimento del trasporto pubblico locale, così come il recupero dell’ingresso storico al cimitero di Costa (con un percorso pedonale e ciclabile da sud non ancora definito nei dettagli) e i collegamenti di ricucitura tra le vie Fiorenzi-Rinaldi e Nobili - Saltini, già attivati come pedonali e ciclabili in occasione del Modena Park'.
Ed è proprio nel passaggio Nobili-Saltini che il sindaco (in modo istituzionalmente un po anomalo perché quella in cui parlava pur pubblica era comunque una iniziativa di partito e non un assemblea organizzata dal Comune), ha chiesto ai cittadini la loro preferenza, che sarebbe poi stata utile per decidere sul come procedere in maniera ufficiale. Ovvero scegliendo se prevedere o meno all'apertura del passaggio anche in sede di progetto esecutivo.
'Una serata che il PD ha voluto dedicare all'ascolto del parere dei cittadini, utile a raccogliere informazioni per poi procedere con progetti condivisi' - sottolinea Gianluca Fanti, segretario del circolo PD Madonnina, padrone di casa che ha ospitato il vero e atteso protagonista della serata: il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli che prima con la bacchetta ha illustrato a grandi linee i progetti sullo schermo e poi ha provato a rispondere alle tante domande e alle diverse considerazioni espresse dalla platea di circa 200 cittadini. Tanti del PD, a difendere l'operato dell'amministrazione su tutti i progetti della diagonale ed oltre, (dalle nuove rotatorie alla Bretella, dal cimitero ai tratti delle piste ciclabili).
Poi c'erano i detrattori di Mobastacemento a pressare sul presente, sul futuro sia dello stabilimento sia delle aree che rimarranno delle fonderie cooperative; c'erano alcuni rappresentanti politici d'opposizione (dalla consigliera comunale M5S Scardozzi, al segretario cittadino della Lega Bagnoli e al segretario provinciale di Sinistra Italiana Alessandra Di Bartolomeo). C'era l'Assessore all'urbanistica Vandelli, che ha fornito rassicurazioni sul percorso di delocalizzazione delle fonderie. C'era Nerino Gallerani (ex assessore alla mobilità del Comune), e c'era anche l'ex senatore ed ex sindaco di Modena Giuliano Barbolini, che quella 'visione' di città, rimasta un sogno infranto, l'aveva ipotizzata già 20 anni in quello che fu il Piano di riqualificazione della fascia ferroviaria. Perché in definitiva il punto della serata, anzi l'indiretta motivazione della serata stessa, sembra essere stata proprio la mancanza di una nuova visione urbanistica non solo sul quartiere ma sull'intera città. Ed è significativo che questo aspetto sia stato evidenziato con chiarezza esemplare da una delle referenti del laboratorio di idee Amigdala nato alla Madonnina proprio per riflettere sul presente e sul futuro (con una visione decennale), del quartiere, Federica Rocchi.
'Possiamo parlare di piccoli e grandi progetti singoli ma non si parla mai di una cosa fondamentale: la mancanza di una visione di una città, di un quartiere che è scucito e che, in tante aree, è abbandonato a se stesso' - ha affermato Federica. Che alla fine sembra essere ancora il vero problema.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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