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Si è svolta oggi, 5 ottobre 2022, nel Piazzale Natale Bruni a Modena, davanti al monumento per i Martiri delle Foibe, la manifestazione denominata “Una rosa per Norma Cossetto”, promossa in tutta Italia dal Comitato 10 Febbraio per onorare la memoria della giovane istriana, seviziata e uccisa nel 1943 dai partigiani comunisti slavi.
'È stata una cerimonia semplice ma partecipata, abbiamo ricordato degnamente il sacrificio di Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana che nel lontano 1943 venne sequestrata, stuprata e gettata in una foiba dai partigiani comunisti slavi. Dopo la deposizione di un mazzo di fiori ed alcune rose, abbiamo ricordato ai presenti la vita e l’eroica fine della giovane studentessa - spiegano gli organizzatori -. Ci dispiace infine che il Sindaco non abbia nemmeno risposto al nostro invito, siamo fiduciosi per il prossimo anno'.
Alla cerimonia erano presenti i neo parlamentari di Fdi Barcaiuolo e Dondi e diversi dirigenti di Fdi. 'Anche quest’anno, grazie al Comitato 10 Febbraio ho avuto l’onore di partecipare all’iniziativa una rosa per Norma; in ricordo di Norma Cossetto, giovane istriana, violentata, seviziata ed infoibata dai partigiani comunisti yugoslavi - afferma Michele Barcaiuolo -. La sua storia è l’esempio delle barbarie subite da decine di migliaia di italiani sul confine orientale, con una sola colpa: essere italiani'.
I fatti
Norma Cossetto, figlia di Giuseppe Cossetto, dirigente istriano del partito fascista, è stata una studentessa universitaria istriana. Venne ripetutamente violentata dai partigiani del Maresciallo Tito, e dopo giorni di torture gettata nuda nella foiba di Villa Surani. Era la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. Norma aveva 23 anni.
Racconta la sorella Licia Cossetto: 'Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l'abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all'addome. Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l'abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: 'Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch'io'.
Redazione Pressa
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