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Modena, Rifondazione: 'Zone Rosse, misura arbitraria, discriminatoria e pericolosa'

Modena, Rifondazione: 'Zone Rosse, misura arbitraria, discriminatoria e pericolosa'

'La sicurezza vera nasce dalla giustizia sociale, dalla costruzione di una autentica cultura dei diritti, al lavoro, alla casa, a sanità e scuola pubbliche'


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'Rifondazione Comunista di Modena esprime la più ferma contrarietà all’imminente istituzione da parte del Prefetto delle cosiddette zone rosse presso la stazione ferroviaria, l’autostazione, il Parco Novi Sad e il Parco XXII Aprile. Si tratta di un provvedimento invocato trasversalmente dalle forze politiche come strumento per “aumentare la sicurezza”, ma che rappresenta, in realtà, un programma politico fondato sulla repressione e sull’esclusione arbitraria da determinate aree della città di specifiche categorie di individui: migranti, persone che vivono in condizioni di povertà o marginalità, o che conducono stili di vita considerati devianti'. Così Rifondazione in una nota.
 

'Le Forze dell’Ordine dispongono già degli strumenti necessari per affrontare problemi di criminalità. Dietro la retorica delle zone rosse si nasconde invece l’idea pericolosa che si possa “ripulire” la città allontanando chi è sgradito, alimentando un clima di stigmatizzazione che diffonde razzismo, discriminazione e paura. L’istituzione delle zone rosse, introdotte dal ministro Piantedosi, rappresenta l’ennesimo tassello di un percorso che parte dalla stagione delle ordinanze dei sindaci - nate per allontanare migranti e senza fissa dimora dalle aree ritenute turisticamente o commercialmente “sensibili” - ed è proseguito con il decreto Minniti, che ha introdotto il Daspo urbano per chi viene considerato “fuori luogo” in determinati spazi.
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Un crescendo di misure repressive e securitarie che, oltre a colpire i più fragili, non ha mai risolto i problemi sociali per cui sono state pensate, limitandosi a spostarli da una zona all’altra della città - aggiunge Rifondazione -. L’adesione del centrosinistra modenese a questo provvedimento conferma la subalternità alle parole d’ordine dell’estrema destra che governa il Paese: quelle che indicano nei più poveri il capro espiatorio su cui scaricare il malcontento sociale, nascondendo dietro la retorica del decoro e della sicurezza il fallimento politico di chi sta al governo del paese e delle città, in cui la sicurezza sociale delle persone è minata dalla costante riduzione dei fondi destinati alla protezione sociale dei più deboli. Rifondazione Comunista Modena respinge con forza ogni politica che costruisce consenso sulla paura e sull’emarginazione. La sicurezza vera nasce dalla giustizia sociale, dalla costruzione di una autentica cultura dei diritti, al lavoro, alla casa, a sanità e scuola pubbliche per tutte e tutti. Non dall’esclusione e dalla repressione dei più fragili'.
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