'La Regione Emilia-Romagna ha fatto un investimento senza precedenti sulla non autosufficienza ma da sole le regioni non ce la possono fare a sanare la frattura sociale che si sta generando. Servono scelte nazionali, strutturali, condivise. Non si può più far finta di niente come fa il governo nazionale. Se non iniziamo a parlarne adesso, continueremo a lasciare famiglie e operatori da soli, schiacciati da un sistema che non tiene. Penso che la politica abbia il dovere di guardare oltre il giorno per giorno e mettere in fila le vere priorità. E questa, oggi, lo è'. Lo afferma l'assessore al Welfare dell'Emilia-Romagna, Isabella Conti, dopo un'intervista rilasciata all'edizione bolognese del quotidiano La Repubblica in cui parlava delle possibili soluzioni al tema della non autosufficienza. Nell'intervista Conti aveva ipotizzato l'introduzione di un contributo a carico degli over 65, dai 200 ai 600 euro all'anno, per finanziare le spese per la non autosufficienza in aumento. Un'ipotesi che ha incontrato la contrarietà immediata della Cgil Emilia-Romagna.
'La suggestione dell’assessore Regionale al Welfare, Isabella Conti, per un cambiamento di sistema per farsi carico degli oneri connessi all’invecchiamento e alla non autosufficienza, con un contributo a carico degli ultra-sessantacinquenni, può apparire innovativa ma rischia di essere dirompente in un sistema universalistico che già arranca.
Prima ancora di lanciare l’idea di nuovi costi a carico degli anziani, sarebbe necessario consolidare il sistema vigente con il rafforzamento deliberato nel 2024 e non ancora attuato - spiega la Cgil -. E soprattutto sarebbe necessario investire per formare e trattenere le professionalità necessarie, a cominciare da infermieri e operatori socio-sanitari, così come convenuto nella discussione con Cgil Cisl Uil sul bilancio regionale, destinando a questa finalità 5 milioni di euro. E’ indubbio che la sfida è epocale, ma temi così complessi e delicati non possono essere affrontati a mezzo stampa, prefigurando un sistema di tipo assicurativo, invece di fare riferimento alla fiscalità generale che è lo strumento deputato al finanziamento della sanità e delle prestazioni socio-sanitarie. E’ certo un tema di risorse, ma soprattutto è un tema di scelte politiche che devono tenere insieme soluzioni nazionali per garantire i livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni, equità nelle fonti di finanziamento, investimenti strutturali ed organizzativi, qualità e riconoscimento del lavoro per evitare la fuga dal lavoro di cura'.
Tuttavia, spiega l'assessore in una nota, 'non intendevo fare riferimento a provvedimenti imminenti di carattere regionale ma di una riflessione di prospettiva, peraltro a titolo di esempio, che poneva al centro una questione strutturale e urgente: la sostenibilità e la qualità dell'assistenza per una popolazione che invecchia'.
Secondo Conti 'si tratta di una riflessione aperta che peraltro una Regione ad oggi da sola non potrebbe praticare nemmeno volendolo, ispirata a modelli già esistenti in altri Paesi, come il Giappone, che vuole stimolare un dibattito serio a livello nazionale. La Regione vuole coinvolgere tutte le forze sociali in tavoli di lavoro condivisi affinché si innovi insieme ad un sistema che non regge più'.