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Ospedale Mirandola, stop ad auto-medica notturna, Lega all'attacco

Ospedale Mirandola, stop ad auto-medica notturna, Lega all'attacco

La denuncia dei Capigruppo in Consiglio Comunale e in Unione dei Comuni Area Nord Golinelli e Zavatti: 'La riorganizzazione non può significare tagli'


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'Prima solamente con voci di corridoio, poi con un articolo sulla stampa mantovana, e infine con la lettera del Sindaco di Mirandola e con l’interpellanza della Lega in Unione siamo riusciti a far emergere la verità: l’ennesimo taglio ai servizi dell’Ospedale di Mirandola nascosto dietro la parola “riorganizzazione”.
La lettera dell’AUSL è chiara: “il Pronto Soccorso di Mirandola si appresta a riorganizzarsi a far data dal 13/12, garantendo la sua attività h24, con presenza di due unità mediche nella fascia oraria 8-20 e di una unità medica nella fascia oraria 20-8” [...] “sarà altresì assicurato h24 il servizio di emergenza territoriale con mezzi ed equipaggi formati specificamente per l’emergenza territoriale'.

Dopo avere espresso nei rispettivi consigli comunali e dell'Unione dei Comuni dell'Area Nord i timori per la perdita di servizi e funzioni dell'ospedale di Mirandola, l'Onorevole Guglielmo Golinelli e il consigliere Ucman Lavinia Zavatti della Lega, denunciano un ulteriore taglio nel servizio di emergenza urgenza. Un taglio che sarebbe temporaneo e legato alla riorganizzazione in corso dell'ospedale stesso ma che ha allertato gli esponenti leghisti.
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'Quanto esposto nella comunicazione Ausl indica che l’automedica di notte verrà soppressa, in quanto l’unica unità medica coprirà gli ambulatori del pronto soccorso, con probabile sostituzione da parte di auto infermieristica o di un’ambulanza con solo infermiere e autista a bordo: in caso di neve, nebbia o ponti chiusi -per gli 84 mila cittadini della bassa- ciò significa gravi rischi per la salute e per la stessa sopravvivenza' - affermano Golinelli e Zavatti
'La cosa più vergognosa è il silenzio con cui Regione, Ausl e Pd hanno condotto l’operazione: la prima non ha nemmeno risposto, mentre l’ ultimo ha bollato come allarmistiche le denunce della Lega e del Sindaco di Mirandola, e minimizzato dichiarando che “non è in alcun modo in discussione la continuità del servizio di Pronto soccorso”, come se anche questa fosse un’ipotesi non troppo remota'

L'ospedale di Mirandola è stato al centro, due settimane fa, di una seduta straordinaria tematica, aperta alla cittadinanza, del Consiglio comunale, durante la quale è stata approvata all'unanimità una mozione a difesa del nosocomio e con richiesta di rivisitazione del Piano Attuativo Locale della sanità provinciale approvato nel 2011 che classificò l'ospedale di Mirandola (l'unico rimasto nei comuni dell'area nord), di prossimità e non di area, quindi subalterno anche rispetto a Carpi, quest'ultimo classificato ospedale di Area.
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Un nuovo super-ospedale che, temono a Mirandola, sarà destinato a soppiantare totalmente quello locale mirandolese, oggi ancora riferimento fattuale per l'area nord.

A riconoscere il ruolo di riferimento dell'ospedale di Mirandola per l'area nord sarebbe, solo sulla carta, l'indirizzo sancito nel luglio 2020 dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, ovvero considerare nella programmazione futura l'ospedale di Mirandola e di Carpi al medesimo primo livello, di Area. Di fatto un unico ospedale di area diviso in due sedi territoriali, Carpi e Mirandola. Una prospettiva che però non avrebbe riscontro e fondamento nell'attuale organizzazione dalla sanità provinciale e nella programmazione dei futuri assetti della rete. Da un lato perché il Pal che pone su due diversi piani Carpi e Mirandola è ancora in vigore e dall'altro il fatto che la portata del progetto del nuovo ospedale di Carpi fa pensare in modo motivato che quello sarà l'unico ospedale di area a rimanere in futuro anche per tutta la bassa modenese.

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