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Grazia Ruini, coordinatrice del Popolo della Famiglia per la Regione Emilia Romagna, interviene a proposito del primo incontro dell’Osservatorio regionale sulle discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere tenutosi il 20 luglio a Bologna e previsto dalla Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere approvata nel 2019.
“L'osservatorio – afferma Ruini - prevede la creazione di una di banca dati sulle diverse forme di ostilità contro le persone Lgbt, la mappatura dei servizi locali e la raccolta di buone pratiche. La ricerca verrà condotta sul territorio emiliano-romagnolo e costituirà la prima banca dati in Italia specifica in questo settore. Sono moltissimi i comportamenti che potranno essere interpretati come omo transfobici e comprendono tutte quelle scelte che non corrispondono alla visione disforica che il trans ha di se stesso o che non prevedono l'equivalenza della coppia omosessuale e eterosessuale ad esempio nella genitorialità o nella celebrazione del matrimonio.
Insomma un vero e proprio libro dei buoni e cattivi secondo i criteri lgbtq, ed è prevedibile che questo diventerà uno strumento per fissare i criteri di scelta per l'erogazione di finanziamenti, per assegnazione di partenariato , per l'approvazione di progetti”.
“Dobbiamo a questo punto chiederci - conclude Ruini - come verranno considerate le scuole che non accetteranno di introdurre percorsi sulla fluidità di genere, le società sportive che non accetteranno trans negli spogliatoi delle ragazzine, i medici che sconsiglieranno il trattamento con la triporelina nelle disforie di genere adolescenziali, le parrocchie che non accetteranno educatori trans nei centri estivi. L'unica cosa che possiamo augurarci è che la poca lungimiranza di queste azioni di governo vengano stemperate dal buon senso del popolo”.
Redazione Pressa
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