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'Se hanno chiuso il punto nascite per una questione di sicurezza, che verrebbe meno con un numero di parti all’anno inferiore a 500, allora chiediamo quali condizioni di sicurezza ci siano oggi, per una partoriente residente nei comuni di Fiumalbo o Pievepelago che deve percorrere 80 chilometri di strade, per buona parte di montagna, per raggiungere Sassuolo'. Ad interrogarsi su questo punto i referenti del Comitato Salviamo l'ospedale di Pavullo che sul tema della chiusura del punto nascite, rilancia all’Ausl e alla Regione la questione puntando proprio sulla sicurezza.
Supportando con i dati il parere della commissione ministeriale per il NO alla deroga all’apertura, LlAusl aveva annunciato di avere predisposto un piano di emergenza per quelle donne (circa 40 secondo le previsioni), che ogni anno avrebbero bisogno di un’assistenza straordinaria proprio perché residenti nelle zone dell’alto Frignano, troppo lontane dal centro di Sassuolo, e che dopo la chiusura del punto di Pavullo, è diventato il 'più vicino' per andare a partorire.
Piano che prevederebbe il trasporto anticipato in pianura delle donne per i parti a rischio ( monitorati anche attraverso un collegamento diretto con ostestriche dedicate e la georeferenziazione via web), oltre ad un unità di emergenza presso l’ospedale di Pavullo in cui stabilizzare eventuali pazienti in più gravi condizioni prima del trasporto nel più vicino ospedale di Sassuolo. Piano sul quale per il comitato Salviamo l’ospedale di Pavullo, oggi non ci sono garanzie. Questioni aperte che è intenzione del comitato stesso rilanciare proprio in vista della conferenza pubblica, martedì sera, al Cinema teatro Mazzieri di Pavullo, quando l’assessore Regionale alla sanità Venturi, il direttore Ausl Annicchiarico ed il Presidente della Provincia Muzzarelli, alla presenza del locale sindaco Biolchini, illustreranno gli investimenti previsti per l’ospedale di Pavullo. Investimenti che si muoverebbero in una prospettiva di un ospedale senza punto nascite.
Ipotesi alla quale il comitato non vuole arrendersi alla luce del fatto che il parere della commissione ministeriale è e rimane un 'parere' al quale la Regione, sul piano politico ed istituzionale, potrebbe ancora opporsi. Cosa alquanto improbabile proprio sul piano politico, alla luce della bocciatura, da parte della maggioranza PD, la scorsa settimana, in Consiglio Regionale, di tutti gli atti presentati dall'opposizione per avanzare una nuova richiesta di deroga per l'apertura. Un ipotesi scartata dallo stesso Assessore regionale Venturi per il quale la chiusura è dolorosa ma nececessaria proprio in funzione di quel parametro di sicurezza, applicato su scala nazionale, al quale 'non si può derogare'.
Gianni Galeotti
Nella foto, la manifestazione dei comitati di Pavullo a difesa del locale punto nascite, organizzata a Luglio
Redazione Pressa
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