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Un salario minimo di nove euro all'ora e l'abolizione delle legge regionale urbanistica, orgogliosamente definita dall'attuale giunta Bonaccini 'taglia-cemento', per un'Emilia-Romagna che non sia soltanto 'una vetrina per turisti' e una via Emilia che vada oltre l'attuale 'susseguirsi di cities of food'. E 'no' pure all'autonomia differenziata, 'che produce esclusi fuori e dentro la regione'. Potere al popolo presenta i suoi candidati in Emilia-Romagna oggi, in conferenza al circolo della Bolognina Granma con il portavoce nazionale Giorgio Cremaschi, a partire dall'aspirante governatrice Marta Collot, 26enne di Vittorio Veneto. Ci sono contatti in corso con altre forze della galassia della sinistra radicale, dall'Altra Emilia-Romagna a Rifondazione, ma al momento si procede con la lista autonoma e Collot incalza: 'Siamo stanchi che nel dibattito pubblico non trovino spazio i problemi quotidiani delle persone, dei precari e degli studenti, degli esclusi della politica.
Nessuna alleanza con Pd o M5s, la nostra forza e' l'alternativa nel senso di rottura con il sistema proposto da questo genere di partiti. Anche con l'M5s non abbiamo nulla dirci- chiude la candidata di Potere al popolo- visto che ha dimostrato di non rispettare le promesse fatte agli elettori.
Sui decreti Sicurezza a livello nazionale, ad esempio, non c'e' nessuna discontinuita' oggi'. Cremaschi lancia sia Collot ('Non e' che candidiamo una precaria, e' che gran parte di noi lo e': non io, che sono un po' anziano e per fortuna ho una pensione normale, in Italia considerata un privilegio') sia tutti gli altri candidati regionali (ci sono i nomi per i territori di Parma, Reggio, Modena, Bologna, Ferrara, Forli'-Cesena, Ravenna).
'C'e' il presidente Bonaccini, che vanta 'l'Emilia piu' avanzata del mondo' e a cui spiegheremo che non e' cosi'.
E c'e' la candidata 'geografa' della Lega, Borgonzoni, che corre per una regione di cui non conosce i confini: vogliono tenere i porti e le regioni chiuse, se poi non ne sanno nemmeno i confini diventa un po' un problema. Noi comunque vogliamo essere alternativi a entrambi, perche' rappresentano sostanzialmente la stessa politica qui e in Italia. Tra la destra e questa sinistra sembra uno scontro tra Rotary e Lions, non si capisce la vera differenza'. Cosi' Giorgio Cremaschi, gia' presidente del comitato centrale della Fiom-Cgil e oggi portavoce nazionale di Potere al popolo, suona la carica della 'sinistra-sinistra' a Bologna in vista delle elezioni di gennaio in Emilia-Romagna. Nel circolo Granma di via Ferrarese eletto a sede elettorale, nel cuore della Bolognina, Cremaschi e compagni (che posano in foto col pugno chiuso) lanciano la candidatura di Marta Collot, 26enne di Vittorio Veneto definita 'probabilmente la piu' giovane candidata alla carica di governatore dell'Emilia-Romagna che si sia mai vista'. Se Collot dice che del Pd 'non c'e' nemmeno bisogno di parlare troppo visto che ha portato allo smantellato sociale del welfare' e che 'il Movimento 5 stelle si e' dimostrato complice di questo processo, alleandosi prima con la Lega e poi col Pd medesimo', Cremaschi insiste: 'Proponiamo un voto utile per quelli che sono fuori da questa politica, che sono ormai la meta' della popolazione'. Ma Lega e Pd proprio pari sono? Cremaschi ci pensa un po': 'Beh si', a livello nazionale ad esempio sono piu' le cose su cui sono d'accordo che quelle su cui non lo sono. Pensiamo al Tav o al rapporto che hanno verso le imprese e il mercato, a come li venerano. Litigano un po' sulla questione dei migranti, ma quando sono al governo fanno le stesse politiche'.
Redazione Pressa
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