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Uno dei temi che in questi giorni infiammano il dibattito pubblico è senz’altro chi salirà al “Colle” dopo la presidenza Mattarella.
A quanto pare, la sostituzione è cosa ardua, come se l’Italia annoverasse 950 parlamentari ma neppure uno con la statura adatta a ricoprire tale ruolo. E così, sia da destra che da sinistra, è iniziato il coro di supplica, affinché Mattarella resti ancora per un paio d’anni, fino alle elezioni politiche, così che Mario Draghi possa poi traslocare al Quirinale.
Nulla da dire sulle capacità di SuperMario, che ha segnato un ritorno allo spirito e alla lettera di uno dei principali articoli della Costituzione, il 95. Questo articolo recita che“il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri”.
Nonostante le scaramucce interne, il Governo tiene, il PIL nazionale sta crescendo al di sopra delle previsioni, la pandemia è sotto controllo e la gloria ci arride: Olimpiadi e ParaOlimpiadi da record, Campioni d’Europa nel calcio e nella pallavolo femminile sono la testimonianza dello “Stellone” italiano, come si diceva una volta, che ci accompagna.
A supplicare Mattarella di restare ancora per circa un paio d’anni sono anche gli artisti. Ha iniziato Benigni al Festival di Venezia e altri l’hanno seguito. La cultura, come si sa, è terreno irrorato dalla Sinistra e sono ben pochi quelli che osano proporre una posizione politica diversa, a meno che abbiano deciso di cambiare mestiere per mancanza di lavoro. Un tempo, gli artisti erano il simbolo della libertà, di persone senza padroni; oggi è l’esatto contrario e ciò afferma che anche dalle parti del Pd si vuole convintamente un Mattarella bis, anche se per un tempo parziale.
Immaginiamo, invece, che le cose vadano nel verso previsto dalla Costituzione, considerato che l’attuale Presidente della Repubblica non ha intenzione di restare al Quirinale per altri sette anni, e si nomini un Senatore, ad esempio, centrista, con garanzia di equilibrio verso ogni parte politica. Cosa accadrebbe?
Ricordiamo il “Progetto Berlusconi” per le prossime politiche, con un centrodestra confederato nel quale ogni partito mantiene la propria identità, ma a rappresentare e guidare l’intero arco da Fratelli d’Italia all’Unione di Centro è un presidente unico. Draghi potrebbe essere questo condottiero? Certamente sì e sarebbe l’uomo giusto al posto giusto.
In questo caso è facile prevedere che il Pd non potrebbe più accaparrarsi poltrone senza vincere le elezioni, come ha fatto in questi ultimi anni, e il M5S continuerebbe nella sua discesa verso gli Inferi, fino ad arrivare a percentuali di una sola cifra. Sul versante destrorso, gli elettori esulterebbero, nel senso che tante cose potrebbero essere raddrizzate secondo la loro visione e, forse, si ripeterebbe ciò che in Italia è già accaduto con la Democrazia Cristiana, al governo per lustri.
Ma gli altri due esponenti di spicco, Salvini e Meloni, sarebbero felici d’interpretare la parte dei comprimari? Non è neppure immaginabile e quindi anche a loro conviene che Draghi si tolga dai piedi, nel senso che salga al Colle a fare gli auguri di Buon Anno.
In conclusione: è probabile che su pressione di tutti, tranne Forza Italia, Mattarella resti fino a quando Draghi potrà prendere il suo posto; che il centrodestra si presenterà insieme alle politiche, ma con partiti e segretari ben distinti; in caso contrario, potrebbe essere Casini o Prodi ad ereditare la carica che per prima fu di Enrico De Nicola, con al centrodestra la Presidenza del Consiglio. Anche Silvio Berlusconi avrebbe il desiderio di concludere la propria carriera politica da Presidente della Repubblica, ma età e salute non giocano a suo favore e poi c’è Conte che, sotto sotto, ci spera.
Tuttavia, anche per la disastrata Italia sarebbe una scelta azzardata nominare a questo ruolo un personaggio mai eletto da qualcuno, neppure al Consiglio di Quartiere, che prima diventa Presidente del Consiglio e poi di tutti gli italiani.
Massimo Carpegna