Il 25 giugno del 2018, unitamente alla nomina dei componenti del collegio in carica fino al 24 giugno 2021 (tre anni), nel rispetto del decreto ministeriale del maggio del 2005, la Provincia aveva fissato il compenso annuo lordo per ognuno dei due componenti del Collegio a 11.440 euro più oneri previdenziali e fiscali , e per il Presidente a 17.160 euro.
Il compenso annuo per l'intero Collegio ammontava pertanto a 50.802,75 euro, ai quali andavano aggiunti gli importi calcolati per i rimborsi delle spese di viaggio spettanti a tutti e tre i componenti dell'organo di revisione in quanto tutti con residenza al di fuori del comune ove ha sede la Provincia di Modena.
Pareva, e pareva alla stessa Provincia che l'aveva fissata nella cornice dei parametri fissati dal decreto ministeriale, che quella potesse essere la cifra 'congrua' destinata parametri ministeriali a non variare per il triennio. Sbagliato, perchè come un bel regalo di Natale per i revisori d'Italia è arrivata, dopo soli tre mesi dalla nomina, la sorpresa. Messa sotto l'albero con tanto di fiocco rosso dal Ministero dell'Interno e quello dell'economia e delle Finanze che con un decreto ministeriale datato 21 dicembre 2018 (primo governo Conte giallo verde), ha aggiornato i limiti massimi del compenso base annuo lordo spettante ad ogni componente degli organi di revisione economico-finanziaria dei comuni, delle province e delle città metropolitane per ciascuna fascia demografica.
Un aumento giustificato ufficialmente dal Ministero con “le funzioni del revisore contabile nell'ultimo decennio sono esponenzialmente aumentate alla luce della legislazione della finanza pubblica imponendo l'adeguamento dei compensi base'
Aumenti comunque vincolati alla facoltà di ogni ente locale di provvedere ad una verifica dell'adeguatezza dei compensi liquidati prima dell'approvazione del decreto. In soldoni, la provincia poteva anche giudicare congrue le indennità fissate precedentemente, anche solo per il fatto di essere state stabilite solamente sei mesi prima. Nonostante ciò decide a maggioranza che il compenso è da adeguare, non al massimo livello previsto dal decreto ma neppure al minimo. Anzi, con un aumento da percentuale a due cifre.
Ed è così che il nuovo compenso lordo viene aggiornato al rialzo, per ciascun Componente, ad euro 17.900,00 (dagli 11.440 fissati sei mesi prima) più oneri previdenziali e fiscali dovuti, mentre per il presidente del Collegio, ad euro 26.850,00 (rispetto ai 17.160 euro precedenti), portando il compenso annuo complessivamente deliberato a favore dell'intero collegio a 77.542,80 euro (erano 50.000 prima), ai quali aggiungere 3.769,32 euro per spese di viaggio.
Per un ente pubblico come la provincia, obbligato fino a due anni fa a viaggiare in regime di esercizio provvisorio per la carenza di fondi e in un quadro normativo incerto impossibilitato a varare bilanci pluriennali, a seguito della mancata Riforma del Rio e del governo Renzi del 2014, si tratta di un aumento considerevole. Tale anche per lo stesso Presidente della provincia Giandomenico Tomei (che lo ricordiamo come i consiglieri provinciali non riceve alcuna indennità) che dopo avere ascoltato il consigliere d'opposizione Simona Magnani parlare di al di aumento eccessivo al di là della norma, concorda affermando che si tratta di un 'aumento esageratamente alto'
A difendere l'aumento, inquadrandolo comunque come frutto di sintesi fatta tra le indicazioni del nuovo decreto e la volontà di non volere concedere il massimo, la Consigliera Maria Costi che ha richiamato l'attenzione del consiglio anche sull'aumento della responsabilità che negli ultimi tempi grava sui Revisori.
Alla fine l'aumento dei compensi viene approvato con il voto favorevole di 9 consiglieri di maggioranza ed il voto contrario di 3 consiglieri d'opposizione (Magnani, Platis e Rubbiani)
Gi.Ga.