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Se a Vaciglio si costruirà su terreno vergine, qui di vergine c'è ben poco. Ma il progetto che emerge da una delibera dei giorni scorsi della giunta comunale per la demolizione di un vecchio fabbricato e la costruzione di un nuovo palazzo da 29 appartamenti che potrebbe raggiungere i 9 piani, sulla via Nonantolana, conferma ugualmente quanto il concetto di saldo zero, utilizzato come vessillo di una presunta e sedicente svolta ambientalmente compatibile del Comune, valida per le scelte attuaali, sia confondibile e poco comprensibile. Semplicemente perché il saldo zero ripetuto come un nuovo mantra, diventerà tale, in termini di obbligo, solo in relazione alle previsioni ed ai programmi del nuovo Piano Urbanistico Generale, ancora da approvare e da costruire sulla base degli indirizzi (a saldo zero fino ad ora sulla carta), della nuova legge urbanistica regionale.
Un saldo zero, che quindi oggi non comprende quanto è già già stato destinato, all'urbanizzazione. Dove si può costruire ex novo e rigenerare, senza intaccare il saldo zero che le aree da rigenerare, già costruire, o già edificabili, non vale.
E in questi casi rientra il progetto che Comune ed Acer hanno in mente sull'area da 7.800 metri quadrati che insiste su via Nonantolana, all'altezza del civico 225. Un area dove dagli anni 40 esistevano, fino alla metà degli anni 2000, tre blocchi di alloggi popolari diventati già obsoleti e per buona parte inagibili già della metà del decennio scorso. Al punto che Comune e Acer (l'agenzia ex Iacp che per la provincia gestisce il patrimonio immobiliare pubblico anche dei comuni), ne ordinò la demolizione di due, di quelli a totale proprietà pubblica. In base ad un piano di riqualificazione e rigenerazione urbana rimasto però fermo al 2008.
Come tanti altri in città, triste e desolante eredità dei piani avveniristici della Giunta Barbolini che conobbero uno stop, anche a causa della crisi, nei due mandati del Sindaco Pighi.
Oggi, di quelle tre stecche di alloggi popolari, ne è rimasta una. Inagibile per buona parte, con gli accessi principali e secondari bloccati, ma per una porzione evidentemente ancora abitata. Fabbricato che Comune ed Acer hanno in programma di demolire, riprendendo quel piano di riqualificazione abbandonato anni fa. I soldi, 4,7 milioni di euro, finanziati da Acer, ci sono. E il loro utilizzo per la demolizione da 300.000 euro e la costruzione della nuova palazzina da 29 alloggi è stato messo nero su bianco nell’ultima variazione di bilancio, di qualche giorno fa, del comune di Modena. Comune che già nel 2011, proprio in funzione del vecchio piano, aveva stanziato 600.000 euro per l’acquisto degli alloggi privati e che oggi riparte da lì, con l’ipotesi di proporre in locazione agli attuali proprietari unità abitative disponibili nel proprio patrimonio di edilizia residenziale. Di fatto per convincere i proprietari a liberare gli alloggi, oltre all'acquisto degli stessi, il comune propone di garantire la disponibilità di altri alloggi in un'altra parte della città. Per potere giungere a breve alla liberazione definitiva degli spazi, all’abbattimento dello stabile e alla realizzazione della nuova palazzina da 29 appartamenti