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Il lockdown certo ha rallentato tutto, sia in termini di procedure sia in termini di disponibilità reale di posti di lavoro, ma i ritardi, sottolineati nei giorni scorsi anche dal Premier Conte, nel completamento di quanto previsto dal Decreto dl gennaio 2019 che da marzo dello stesso anno ha garantito anche a circa 5.400 modenesi (dato fornito di recente dal M5S) il Reddito di Cittadinanza, non sono più giustificabili.
Perché l'esiguità nel numero di coloro che sono stati anche solo contattati dall'ufficio provinciale dell'Impiego o dai Comuni per la proposta rispettivamente di lavoro regolarmente retribuito da un lato e di lavoro socialmente utile dall'altro (nei PUC) è desolante. In sostanza, sul fronte dell'impiego o dei lavori socialmente utili, poco o nulla si è mosso. In entrambi gli ambiti previsti dal Decreto.
Riassumendo, per dare senso e per evitare che il Reddito di Cittadinanza si trasformasse in sussidio (come sembra essere accaduto), il Decreto prevedeva, per tutti i percettori, la stipula sia di un Patto per il lavoro con la pubblica amministrazione, impegnata attraverso i cosiddetti 'Navigator' negli uffici per l'impiego ad elaborare proposte di lavoro sulla base del profilo dei singoli percettori, sia dei cosiddetti PUC (che sta per Progetti Utili alla Collettività), attivati e gestiti direttamente dai Comuni. In questo caso spetterebbe ai comuni, appunto, contattare i singoli percettori del Reddito per metterli al servizio della colletività attraverso lavori socialmente utili. In ambito sociale, culturale, artistico, ambientale, o della formazione. In questo caso si tratterebbe di un impegno non retribuito, di almeno 8 ore la settimana. Impegnadosi in tali progetti chi percepisce il Reddito ripagherebbe l'investimento che lo Stato fa concedendogli il Reddito stesso.
Allo stesso tempo il beneficiario dovrebbe comunque impegnarsi anche sul fronte della formazione partecipando ai corsi finalizzati al conseguimento di una qualifica professionale.
Fatto sta che ad oggi, su questo fronte, le procedure sembrano essere ancora al palo. In tutta la provincia, con l'eccezione dei Comuni di San Felice e Mirandola, che proprio ieri ha annunciato l'attivazione dei PUC. Bocce più o meno ferme nel resto dei comuni, Modena compresa, che nonostante lo scorrere di altri 9 mesi dal gennaio scorso in cui il Movimento 5 Stelle di Modena, resosi conto dello stallo delle procedure, sollecitò il Comune ad attivarsi.
E a mettere il dito nella piaga di un Reddito di Cittadinanza che si è trasformato, senza l'applicazione delle misure sul lavoro utile e non, in mero sussidio assistenziale, anche i parlamentari modenesi del M5S che invitano i comuni della provincia di Modena 'a prendere esempio dal comune di San Felice sul Panaro', il primo ad attivare i PUC (seguito, come detto, in queste ore dal comune di Mirandola): 'Gli altri comuni approvino quanto prima i regolamenti dei Progetti Utili alla Collettività che permetterebbero di utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per lavori socialmente utili alla collettività”
'Gli oltre 6100 nuclei familiari che in provincia di Modena percepiscono il reddito di cittadinanza(i percettori del reddito sarebbero aumentati rispetto ai 5400 che già lo percepivano, a seguito dell'emergenza Covid) comprendono anche tanti bambini. Tuttavia, si deve richiedere che chi è adulto e abile al lavoro contribuisca al bene della comunità che lo sostiene”.
“In Italia ad oggi su 8.000 Comuni sono poco più di 400 quelli che hanno attivato regolamenti relativi ai Piani di Utilità Comunali previsti dalla legge per un totale di 1422 progetti. Per far funzionare al meglio il reddito di cittadinanza è utile che ogni istituzione si attivi per quanto di sua competenza, cosa che molti Comuni non hanno ancora fatto. E’ opportuno muoversi al più presto” spiegano gli esponenti pentastellati.
“E’ grave che così tanti Comuni non si siano ancora attivati approvando regolamenti che prevedano l’utilizzo di queste persone per lavori di pubblica utilità per i Comuni, in attesa che si formino e trovino un lavoro” continuano gli esponenti pentastellati.
“Il Presidente del Consiglio Conte ha incaricato il Ministro dell’Innovazione Paola Pisano (Movimento 5 Stelle) di creare una app per incrociare i dati tra percettori del reddito e offerte di lavoro in modo di aumentare in maniera esponenziale il loro reinserimento nel mondo lavorativo'
Gi.Ga.