Stefano Bonaccini dunque, forte dei numeri, che conosce ovviamente meglio della sua avversaria (essendo presidente della Regione da 5 anni), aggredisce la Borgonzoni punto su punto e finsce per apparire inutilmente strabordante. Dal nodo sanità alla data del voto, Bonaccini sfida con aggressività la sua interlocutrice a ripetere frasi e concetti invitandola addirittura a 'studiare' quando si parla di servizi sanitari primari. Dal canto suo la candidata leghista, pur mostrando qualche lacuna in termini di numeri e conoscenza specifica degli argomenti, non si scompone mai, non interrompe e sorride anche agli attacchi più impetuosi del presidente uscente. Un atteggiamento che finisce per premiarla. Del resto non è elegantissimo, anche per una questione di genere, interrompere il proprio interlocutore con tale frequenza.
Dal punto di vista dei contenuti poche le novità emerse dal dibattito: Bonaccini ha ribadito l'apertura verso i 5 Stelle ma senza dare notizie su alleanze in vista, ha snocciolato dati positivi su economia e sanità e ha rivendicato l'atteggiamento dialettico col Governo anche sul tema della tassa sulla plastica. Borgonzoni dal canto suo ha letto qualche dato sui tempi di attesa per le visite specialistiche, ha assicurato l'unità totale del centrodestra sulla sua figura (non come era avvenuto per la sua candidatura a sindaco di Bologna) e ha promesso che in caso di sconfitta resterà in Emilia a guidare l'opposizione.
Bonaccini ha potuto comunque sorridere grazie al servizio di Rai3 sulle eccellenze ospedaliere emiliane (un inviato Rai ha magnificato Policlinico, Baggiovara e Sant'Orsola) e ai sondaggi che lo darebbero in vantaggio a livello personale, pur attardato a livello di coalizione di partiti.

Leo




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