Costi in aumento, quasi 45 euro al giorno
Nel dettaglio, la Prefettura calcola un costo pro-capite/pro-die di 44,94 euro, di cui 22,20 euro soggetti a ribasso e 22,74 euro non ribassabili.Tra le voci fisse calcolate per ogni immigrato richiedente asilo e accolto nelle strutture provinciali organizzate dalle sei organizzazioni che hanno aderito all'accordo, si trovano11,84 euro al giorno per il personale (incrementati a seguito del nuovo CCNL del 2024);
11,03 euro per affitti, utenze e strutture;
2,50 euro di “pocket money” giornaliero per ogni ospite;
1,90 euro per il kit di primo ingresso;
e fino a 500 euro annui per prestazioni sanitarie non coperte dal SSN.A queste cifre si aggiungono prestazioni straordinarie come la reperibilità medica e quella degli operatori notturni, con tariffe orarie fino a 30 euro (più le maggiorazioni previste per notturni e festivi).In totale, per i 1.200 posti previsti e la durata triennale dell’accordo, la spesa stimata e impegnata (che non significa spesa ma a disposizione sulla base dei numeri oggettivamente accolti), ammonta a quasi 59 milioni di euro.

Dai pasti ai buoni spesa: la novità nei nuovi bandi
Una delle novità introdotte dai capitolati più recenti, e applicato chiaramente anche dalla Prefettura di Modena, è la possibilità per gli enti gestori di sostituire la somministrazione dei pasti con la consegna di buoni spesa destinati ai richiedenti asilo.Una misura presentata come “più flessibile” e “orientata all’autonomia” ma che, secondo diversi operatori del settore, rischia di ridurre il controllo sulla reale destinazione delle risorse e di scaricare sugli enti locali la gestione indiretta dei bisogni alimentari.
Emergenza sbarchi “permanente”
L’accordo quadro modenese non nasce dal nulla: si inserisce in una catena di proroghe e rinnovi legati allo stato di emergenza sbarchi, dichiarato dal Governo già nel 2023 e più volte prorogato di sei mesi in seri mesi nel corso del 2024.Nonostante le promesse di “superamento del modello emergenziale” e di “riduzione dei costi”, il sistema dell’accoglienza diffusa continua a funzionare con gli stessi numeri, gli stessi meccanismi, e per Modena gli stessi operatori, di sempre.
Solo per Modena, si tratta di 1.200 posti in centri fino a 50 persone ciascuno, affidati a soggetti noti del panorama locale dell’accoglienza: Porta Aperta ODV, Caleidos, CEIS, Papa Giovanni XXIII, Comunità L’Angolo (ancora gestore nella condizione delle Costellazioni) e Codeal, tutte realtà già attive da anni nel circuito dei bandi prefettizi.
Cambiano i governi, non cambia il sistema
Il nuovo appalto conferma che il modello di accoglienza italiano dei richiedenti asilo, più volte criticato dal centrodestra quando era all’opposizione, resta immutato nei numeri e nei costi.Anzi, proprio sotto i governi che avevano promesso “tagli e rigore”, le cifre sono tornate ai livelli pre-2018, anzi 2017 ai tempi del piano del ministro Minniti che per Modena era dimensionato per 1700 posti in strutture di accoglienza
Nel 2018 il costo medio per richiedente asilo era sceso a 26-28 euro al giorno, dopo la riforma voluta dall’allora ministro Salvini. A Modena un costo di fatto mai applicato a seguito di accordi con i gestori seguenti a bandi andati deserti, Oggi, con le rimodulazioni del 2024, si sfiora di quota 45 euro, senza che siano cambiati i parametri di servizio, la struttura delle tariffe o, come detto, almeno per Modena, la rete dei gestori. Oltre che i percorsi lavorativi (ancora a livello minimale) e di integrazione.
Un sistema, dunque, che si autoalimenta e si perpetua, sostenuto da emergenze dichiarate e prorogate a tempo determinato ma continuo, da ogni governo. Con tutte le conseguenze sociali, economiche e purtroppo anche di ordine pubblico che ne conseguono.
Con un impegno economico, per i soli richiedenti asilo nel modenese, che supera i 59 milioni di euro in tre anni.
Gi.Ga.




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