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Tutti i sindaci dovranno fare la propria parte accogliendo nei limiti delle quote per la ripartizione previsti (quel fatidico rapporto di 3 migranti per ogni 1000 abitanti), i richiedenti asilo che continueranno ad essere dirottati dall'Hub di Bologna al territorio provinciale. Fino a giungere dalla quota dei circa 1700 attualmente presenti, ai 2300 circa previsti. Nell'atteso incontro tra il Prefetto di Modena Maria Patrizia Paba e i presidenti delle Unioni dei comuni della provincia di Modena per informare sulla situazione dell'accoglienza profughi nulla di nuovo rispetto alla già annunciata richiesta di disponibilità e responsabilità da parte dei comuni. Soprattutto di quelli che ancora stanno ospitando un numero inferiore di richiedenti asilo rispetto alle quote massime previste.
Se non che si tratta di una vera e propria emergenza, data da un numero sempre maggiore di stranieri in arrivo da distribuire sul territorio e che non a caso il Prefetto chiede di alloggiare, in via emergenziale, anche in strutture di dimensioni superiori rispetto a quella di seppur grandi appartamenti. Di fatto strutture in cui dirottare anche diverse decine di migranti in attesa di una graduale distribuzione in alloggi più piccoli e appartamenti. In pratica l'obiettivo è quello di non ripetere episodi come quello di qualche settimana fa, a Polinago, quando una trentina di richiedenti asilo appena sbarcati furono dirottati, senza adeguato preavviso, in un hotel del paese, per poi essere distribuiti gradualmente in altre strutture del territorio.
Ora la palla passa ai sindaci e alle unioni dei comuni dove le disponibilità ed i piani di accoglienza che verranno via via strutturati a livello territoriale e di comunità, verranno messe in rete e, appunto, a disposizione del Prefetto.
Un impegno gravoso per i sindaci che mano a mano che l'emergenza è cresciuta si sono trovati a gestire un numero sempre maggiore di competenze e adempimenti. Perché quella dei sindaci, soprattutto quelli dei comuni dell'area nord terremotata, che ancora fanno i conti con le difficoltà legate al sisma e con centinaia di famiglie che ancora vivono al di fuori della loro casa, rappresenta una emergenza nell'emergenza. Così come potrebbe esserla quella dei comuni montani, alle prese con la gestione dell'accoglienza turistica che il caldo sta aiutando'
Perchè, lo ricordiamo, fino a qualche mese fa, l'accoglienza dei richiedenti asilo nei centri di accoglienza veniva gestita, seppur con una distrubuzione territoriale, direttamente dalla Prefettura in accordo con i soggetti (cooperative sociali, onlus, associazioni) che gestivano anche il reperimento e la gestione degli alloggi privati. Su ogni territorio. Solo da poco, a fronte del costantemente aumento negli sbarchi e negli arrivi, per la Prefettura si è reso necessario attivare altri canali diretti, dopo quelli degli affidamenti ai soggetti abilitati. Coinvolgendo, appunto, direttamente i comuni chiamati, tra mille difficoltà, a fare la 'propria parte''
Nella foto: l'immagine dell'ultima manifestazione di protesta dei richiedenti asilo davanti alla Prefettura