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'Rifiuti, Modena faccia come Carpi e smetta di bruciare'

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La classifica dei comuni virtuosi per produzione raccolta e smaltimento premia i comuni gestiti da Aimag e boccia Modena ed Hera. L'appello di Rete rifiuti zero


'Rifiuti, Modena faccia come Carpi e smetta di bruciare'
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Carpi, San Felice, Camposanto, Novi di Modena, Concordia sulla Secchia, San Possidonio, Cavezzo, Soliera e Medolla. Sono i 9 comuni della provincia di Modena, dove attraverso la raccolta dei rifiuti gestita da Aimag, con il sistema del Porta a Porta e della Tariffa puntuale, sono stati raggiunti livelli superiori all'80% di raccolta differenziata (con punte di superamento del 90% a San Felice e Camposanto), e livelli estremamente ridotti di rifiuti indifferenziati prodotti per abitante residente. Ovvero ampiamente sotto la soglia dei 100 kg annui per abitante. Che è l'obiettivo fissato per il 2020 dalla legge regionale 16/2015 sull'economia circolare che sul fronte dei rifiuti poggia su tre gambe: la diminuzione della produzione di rifiuti indifferenziati, l'aumento della raccolta differenziata, ed il riciclo.

Obiettivi e valori che a Modena, la città capoluogo che vanta uno dei più grandi inceneritori d'Italia,  (che nel solo 2018 ha bruciato 211.

000 tonnellate di rifiuti, di cui 61.000 speciali, trasportati da tutta Italia con centinaia di camion container e compattatori ogni giorno), sono ben lontani dall'essere raggiunti. Perché sotto la Ghirlandina, dove anche la plastica anziché essere riciclata viene per lo più recuperata energicamente attraverso l'incenerimento, la produzione di rifiuti generale, e al netto della raccolta differenziata, rimane altissima. Ovvero, con una raccolta differenziata che ha di poco superato il 50%, dei 609 kg di rifiuti prodotti procapite, 337 vengono differenziati. Rimangono 272 kg procapite di rifiuti indifferenziati, che vengono smaltiti nell'inceneritore. Un valore maggiore di sette volte a quello di San Felice sul Panaro (dove il totale di rifiuti prodotti da ogni residente è al netto della raccolta differenziata , di 45 kg all'anno), e di quasi cinque volte quello delle virtuosa (nel campo della raccolta dei rifiuti), Carpi.

Un valore, quello di Modena, alto, troppo alto, che salvo un radicale cambio di rotta (che forse sarebbe stato utile fare anni fa), non consente, ad oggi, sicuramente nel breve, e probabilmente nel medio periodo, di raggiungere l'obiettivo di scendere al di sotto dei 100 kg di rifiuti indifferenziati prodotti entro il 2020. 




Da qui La Rete Rifiuti Zero dell'Emilia Romagna - capitanata a Modena da Sandra Poppi d WWF (video) -  lancia un appello elettorale, tra la proposta e la provocazione, all'attuale, ma soprattutto al futuro, sindaco di Modena. Sul fronte delle politiche di raccolta e smaltimento dei rifiuti, chiedendo di fare anche per il capoluogo ciò che hanno già fatto dieci comuni della provincia di Modena, compreso Carpi gestiti, da Aimag, e Nonantola, (dove la raccolta è gestita da Geovest), dove i risultati, sono strabilianti. 'Qui, a Modena, però non c'è mai stata la volontà politica di andare nella stessa direzione' - afferma Sandra Poppi. Del resto, tali risultati, se ottenuti a Modena, porterebbero paradossalmente a vanificare di fatto l'utilità ed il senso dell'inceneritore stesso, almeno rispetto alla portata e alla potenza con la quale è stato dimensionato ed autorizzato. Sarebbe come una Ferrari dalla grande potenza che non potrebbe funzionare perché senza benzina. Forse anche per questo a Modena (al 192esimo posto nella classifica regionale), la raccolta differenziata non ha mai raggiunto dei livelli importanti come in  tanti altri comuni dell'Emilia-Romagna e della stessa provincia di Modena. Lasciando sul tappeto e abbandonando anche diversi progetti avviati di raccolta porta a porta. A Modena, si sa,  la raccolta dei rifiuti è gestita da Hera. L'aumento della raccolta differenziata, e quindi il calo dei rifiuti indifferenziati, avrebbe dovuto fare diminuire di molto la quantità di rifiuti conferiti all'inceneritore. Cosa che non  è successa. In parte per il mancato riciclo della quota differenziata di plastica, e per il resto dalla compensazione data dall'arrivo all'inceneritore di Modena di rifiuti indifferenziati da altre province, e dall'arrivo di rifiuti speciali (provenienti da aziende ed industrie), da atre parti d'Italia. In continuo aumento, al punto da avere superato, nel 2018, le 60.000 tonnellate, 10.000 in più di quelle autorizzate. 'Quest'ultimo aspetto - afferma Sandra Poppi che incontriamo davanti all'inceneritore di Via Cavaza, è stato favorito dallo Sblocca Italia del governo Monti. Punto fortemente contestato dalla Rete rifiuti zero che chiede un intervento, oltre che sul locale, anche a livello nazionale'

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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