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'Condanniamo e censuriamo la grancassa strumentale architettata col mero fine di un inizio di spot elettorale dal sindaco Muzzarelli ed andata in onda giovedì, in occasione della delibera sulle osservazioni presentate da due associazioni cittadine degne di merito, Italia Nostra e gli Amici del Sant’Agostino'. A parlare è il M5S di Modena.
'Ad esse va tutta la solidarietà del M5S, non solo perché le loro osservazioni sono state liquidate come non accoglibili dalla Conferenza dei Servizi senza che il Consiglio potesse entrare nel merito, ma soprattutto perché sono state oggetto di un attacco appositamente predisposto dal sindaco Muzzarelli, il quale con arroganza assolutamente fuori luogo ha lanciato le solite accuse da regolamento di conti - continua il M5S -.
La delibera dunque, presentata dalla assessora Vandelli come un atto non dovuto ma politico di continuità nel percorso di trasparenza, è diventata molto necessaria e molto opportuna politicamente, in quanto con l’invito della conferma degli indirizzi dell’impianto ultradecennale del progetto sì è in verità chiesto al Consiglio di condividere la responsabilità del responso negativo sulle osservazioni, e nel contempo si è avallata anche la posizione personale del sindaco sulla questione. Una posizione che ha messo in grandissimo imbarazzo l’organo consiliare con i suoi toni irrispettosi verso coloro che non fanno altro che esercitare un proprio diritto con professionalità, competenza ed onestà intellettuale. La questione del S.Agostino non è una diatriba personale fra due contendenti, è purtroppo di ben altra natura.
E la storia passata dovrebbe aver insegnato qualcosa: negare il fatto che c’è stata una sentenza del TAR nel 2015 che ha sanzionato su tutta la linea il primo progetto di Gae Aulenti, e negare che le torri sono cadute appunto grazie a quella sentenza, di certo non è manifestazione della medesima onestà intellettuale. E’ sufficiente, per evidenziare l’assurda negazione della verità storica, ricordare che il TAR (sentenza n. 969/2015) ha annullato il progetto iniziale, che prevedeva la “realizzazione delle due imponenti «Torri librarie»” - in quanto - “darebbe quantomeno luogo all’occupazione di superfici rimaste finora inutilizzate, sì che la loro localizzazione si pone in conflitto con il divieto di rendere “edificabili le aree e gli spazi rimasti liberi … di pertinenza dei complessi insediativi storici”, e comunque dà luogo ad un incremento di volumetria”. Ciò conferma come, contrariamente a quanto detto dal Sindaco, prima dei cittadini sia stata l’Autorità Giudiziaria a censurare il progetto'.
'L’ultimo vergognoso capitolo di questa lunga vicenda è stato lo svilimento delle funzioni del Consiglio comunale, che si è trovato spiazzato dall’uscita irrispettosa del primo cittadino, il quale ha utilizzato la propria funzione per portare attacchi personali in particolare nei confronti di un’Associazione e del suo Presidente, peraltro dichiarando anche cose non rispondenti a verità e senza entrare nel merito delle questioni formalmente all’ordine del giorno'.