'Secchia: rischio idraulico sottovalutato da decenni'
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'Secchia: rischio idraulico sottovalutato da decenni'

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Da dieci anni di attività dei comitati, emergono verità politicamente scomode: 'Le relazioni di Aipo e Università sui rischi, ignorate dalla politica. I progetti per la sicurezza a piene centenarie non ci sono. Lettera morta anche la denuncia in Procura'


'Secchia: rischio idraulico sottovalutato da decenni'
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Partono dal presupposto di non volere fare polemica politica e basandosi sullo studio delle relazioni tecniche di Aipo e Università, espongono dei dati e delle esperienze di attività e di confronti anche a livello istituzionale, che quella politica di governo regionale, seppur indirettamente, la chiamano comunque in causa, facendone emergere responsabilità e carenze. Del passato e del presente.
La più importante per i rappresentanti dei Comitati Salute Ambientale Campogalliano, Arginiamo e Secchia che questa mattina, in una conferenza stampa organizzata sull'argine della cassa di espansione a Marzaglia, hanno deciso di 'aprire il libro' e di togliersi alcuni sassolini dalle scarpe, è il non avere realizzato non le opere ma nemmeno i progetti per l'adeguamento dei nodi idraulici modenesi, di cui quello del Secchia, (adeguato solo alla gestione di piene piccole, con Tempo di Ritorno 20 anni sia a livello di cassa di espansione sia di sistema arginale a valle), è il più a rischio. Progetti individuati da anni come necessari da relazioni tecniche di Aipo e Università, per garantire la sicurezza idraulica, rimasti, in concreto, lettera morta.
Responsabilità, sottovalutazioni, che i comitati avrebbero visto emergere non solo analizzando quelle relazioni e confrontandole con la realtà, ma anche nel corso dei numerosi incontri avuti negli ultimi 10 anni con i massimi livelli politici, istituzionali e di governo delle acque. Dai dirigenti Aipo al presidente Bonaccini e all'allora assessore regionale all'ambiente e alla protezione Civile Irene Priolo, oggi presidente facente funzione dopo le dimissioni del presidente Bonaccini eletto al parlamento europeo.

'Dopo l'alluvione del 2014, con la rottura dell'argine del Secchia a San Matteo, come comitati uniti abbiamo approfondito la situazione modenese. Ci limitiamo al nostro territorio, ma la situazione nella regione è simile. Gli effetti di precipitazioni analoghe a quelle della Romagna potrebbero essere gli stessi anche qui. Infatti, come espresso in varie occasioni dal professor Brath dell'università di Bologna e dal professor Orlandini di Unimore, i fiumi della regione sono adeguati solo a piene medio piccole e l'unica città in cui si sta realizzando un'opera di messa in sicurezza è Parma adeguando i fiumi alla piena centenaria. Ricordiamo che la piena centenaria è considerata il livello minimo per poter parlare di sicurezza idraulica.

Il nostro riferimento tecnico-scientifico è stata la relazione sul Secchia fatta nel 2015 dall'attuale direttore di Aipo Ingegner Zanichelli. Da quella abbiamo appreso che il fiume era insicuro anche per le piene piccole e che questo era noto già dallo studio fatto dal Magistrato del Po nel 1995 dove la cassa di espansione del Secchia veniva definita molto piccola e con errori di progetto. Dopo il rischio di tracimazione del Secchia a Ponte Alto, nel 2017, nel 2018 sono cominciati i lavori di rialzo arginale che hanno messo in sicurezza il fiume ma solo per le piene piccole prendendo a riferimento il parametro TR20'

Incontri istituzionali e verità svelate
'Nei vari incontri con i dirigenti di Aipo dopo il 2014 per il nodo del Secchia abbiamo avuto assicurazioni che si stava lavorando al progetto di messa in sicurezza e all'elaborazione del nuovo PAI (piano assetto idrogeologico) premessa necessaria al progetto. Ad oggi il progetto di messa in sicurezza non c'è, mentre il PAI è stato presentato solo nel 2022. Per il problema della messa in sicurezza idraulica dei ponti (problema evidente in Romagna) affrontato nella relazione di Aipo del 2015, a domanda diretta in un'assemblea a Campogalliano nel 2019 l'allora dirigente a Modena l'ingegner Pellegrini disse che la pericolosità di Ponte Alto era stata fatta presente in comune e provincia ma senza ottenere risposte'

Per le grandi opere di adeguamento a piene centenarie non ci sono i progetti
'Il 6 ottobre 2020 come unione di comitati abbiamo incontrato il presidente Bonacini e l'assessore Priolo e ci siamo fatti un'idea chiara: la sicurezza idraulica non era una priorità per la regione. L'allora assessore all'ambiente e protezione civile Irene Priolo, da poco nominata assessore nella seconda giunta Bonacini, ci chiari’ subito la situazione affermando: 'Noi non abbiamo progetti per la messa in sicurezza di Secchia e Panaro quindi non possiamo chiedere finanziamenti'.
Questo potrebbe spiegare la difficoltà di utilizzare i fondi PNRR, infatti senza i progetti è impossibile usarli, inoltre per fare un progetto e ottenere l'approvazione sono necessari più di 5 anni. Poi ci venne spiegato che l'unico progetto era per un miglioramento della cassa di espansione del Secchia per adeguarla alle piene medie, però mancavano 20 milioni e la regione aveva altre priorità.
Rimanemmo sbalorditi perché la situazione del Secchia era ben nota dalle relazioni di Aipo in cui si evidenziava che la cassa di espansione era adeguata solo alle piene piccole e lei stessa non rispettava gli obblighi di sicurezza.

La rotta del Panaro e l'alluvione del dicembre 2020 e la denuncia querela alla Procura, rimasta ad ora senza risposta
'Dopo due mesi dal nostro incontro con i vertici della regione in cui ci era stato detto che per la regione il Panaro era sicuro e il Secchia insicuro ma non lo consideravano una priorità, ci fu la rotta del Panaro a Navicello e l'alluvione di Nonantola. Di fronte a questo disastro e alla consapevolezza dei gravi errori della Regione, come cittadini della pianura modenese di Modena, Campogalliano, Soliera, Bastiglia e Bomporto abbiamo presentato una denuncia querela alla Procura della repubblica di Modena e Parma basandoci sulla relazione di Aipo che descrive la grave situazione modenese. Ad oggi i lavori per il miglioramento della cassa di espansione del Secchia sono annunciati nel 2025 con fine lavori nel 2032. Per la messa in sicurezza non c'è il progetto. Nel novembre 2023 abbiamo incontrato a Parma nella sede di Aipo il Direttore Ingegner Zanichelli, e abbiamo appreso novità scoraggianti: i fondi del Pnrr per il Po, che ammontano a oltre 300 milioni, sono stati vincolati dall'Unione europea interamente alla rinaturalizzazione senza destinare una parte alla sicurezza idraulica e né l'intervento di Aipo né del ministero sono riusciti a cambiare le cose”


Inadeguatezza ed errori di progetto: breve storia della Cassa di Espansione del fiume Secchia
Nel 1995 il Magistrato del Po fa uno studio sul funzionamento della cassa di espansione è la valuta piccola come capacità e con errori di progetto quindi adeguata solo alle piene piccole. Fa subito un progetto per la messa in sicurezza pronto per essere appaltato.
Nel 2005 l'Autorità di bacino del Po conferma lo studio precedente e aggiunge che dato l'errore di progetto la cassa stessa non rispetta i parametri di sicurezza di legge.
Nel 2015 l'attuale direttore di Aipo l'ingegner Zanichelli conferma gli studi precedenti e fa un progetto di messa in sicurezza.
Nel 2019 viene fatto il progetto per il miglioramento della cassa di espansione per le piene medie quindi ancora lontano dalla messa in sicurezza.
Nel 2022 viene fatto il nuovo PAI (piano assetto idrogeologico) premessa per fare il progetto di vera messa in sicurezza. Ad oggi non c'è il progetto per la messa in sicurezza né di Secchia né di Panaro.

I lavori per il miglioramento della cassa Secchia alle piene medie (quelli iniziati con i lavori preliminari del disboscamento funzionale al prelevamento del terreno necessario all'innalzamento degli argini), inizieranno nel 2025 e nella migliore delle ipotesi finiranno nel 2032

In foto, da sinistra, Aldo Lugli e Massimo Neviani (Comitato salute ambientale Campogalliano) e Vittorio Cajò, Comitato Arginiamo. Assente Massimo Silvestri, rappresentante del Comitato Secchia

Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 
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