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Von Der Leyen criticata da Coldiretti: 'Svende il riso europeo e giustifica il lavoro minorile'

Von Der Leyen criticata da Coldiretti: 'Svende il riso europeo e giustifica il lavoro minorile'

Bene l’automatismo della clausola di salvaguardia voluta dalle due organizzazioni ma la Commissione fa esplodere i volumi ammessi


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'L'ottenimento dell'automatismo per l'attivazione della clausola di salvaguardia rappresenta un passo avanti, ma le condizioni per l'attivazione non consentono una tutela reale ed efficace per il riso dalle importazioni dai paesi asiatici, lontani dagli standard di produzione dell'Ue, dal punto di vista dei diritti dei lavoratori e della tutela dell’ambiente, mettendo in serio rischio la tenuta del settore'. Questo il commento di Coldiretti e Filiera Italia dopo l'accordo di trilogo raggiunto nella tarda serata di ieri.
 

“Ringraziamo per il lavoro svolto i negoziatori del Parlamento Europeo di Ppe ed Ecr che hanno mantenuto fino alla fine il punto a favore del settore a fronte di una inaccettabile chiusura da parte della Presidenza Danese e della Commissione', aggiungono le due organizzazioni.
 

Le condizioni definite nell'accordo prevedono l'attivazione della clausola al superamento delle 561mila tonnellate, con possibilità di revisione annuale e con una quota per l'anno successivo all'attivazione della salvaguardia (TRQ) presumibilmente bassa, che consentirà un'applicazione anticipata come richiesto da Coldiretti e Filiera Italia. Diversamente, avremmo ottenuto una clausola con attivazione a 700 mila tonnellate.
 

La quota resta comunque inspiegabilmente alta, con la Commissione a guida Von der Leyen che sembra non tener conto che del fatto che molto di questo riso viene coltivato anche con lo sfruttamento del lavoro minorile, oltre che con l’utilizzo di pesticidi, come il triciclazolo, vietati in Europa da anni, finendo per sacrificare il riso italiano sull’altare di altri interessi.
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Senza dimenticare, sottolineano Coldiretti e Filiera Itali, la necessità avanzata fin dall'inizio di prevedere monitoraggi rigidi per evitare triangolazioni.
 

Basti ricordare che le importazioni hanno appena superato le 540mila tonnellate e che pesano anche sull'andamento del prezzo di alcune varietà di eccellenza come l’Arborio che ha subito una perdita del 35% del valore rispetto allo scorso anno. Importazioni che colpiscono gli agricoltori senza avvantaggiare i consumatori e che saturano il mercato facendo crollare i prezzi del riso italiano, denunciano Coldiretti e Filiera Italia.
 

Gli arrivi sono peraltro spesso favoriti da accordi commerciali con i paesi Extra Ue oppure, come in questo caso specifico, a vantaggio di Paesi beneficiari del regime EBA - Everithings But Arms (tutto tranne le armi) che, dichiarano Coldiretti e Filiera Italia, dal 2009 hanno causato un aumento sfrenato delle importazioni che sono passate da 9 a quasi 500 milioni di chili, generando concorrenza sleale legata anche all’utilizzo di pesticidi, e al sospetto sfruttamento del lavoro minorile.

 

Questa dinamica, senza una clausola automatica efficace, potrebbe amplificarsi con eventuali futuri accordi tra Ue e India, ma anche con il Mercosur che prevede, a regime, importazioni a dazio agevolato pari a 60mila tonnellate. Un accordo, anche il Mercosur, che deve prevedere clausole di salvaguardia automatiche ed efficaci, ribadiscono le organizzazioni.
 

Il settore risicolo italiano, primo produttore europeo con circa 1,4 miliardi di chili di risone all’anno, vede la maggiore concentrazione delle coltivazioni nelle province del Nord: Pavia con 83.000 ettari e Vercelli e Novara con 100.000 ettari complessivi, che rappresentano il 90% della superficie nazionale. A questa filiera partecipano oltre diecimila famiglie, fra imprenditori e lavoratori, distribuite in tutta Italia.
 

A rischio un patrimonio non solo produttivo, ma anche culturale del nostro made in Italy, con il regime EBA 'Everything but Arms' (Tutto tranne le armi) che rischia di trasformarsi in un regime europeo EBR 'Everything but rice' (Tutto tranne il riso).
 

Coldiretti e Filiera Italia non si arrenderanno e, seppur difficile, interverranno con una richiesta di emendamento per abbassare tale quantità anche in vista della sessione plenaria del Parlamento europeo. In Emilia-Romagna sono circa 5.000 gli ettari coltivati a riso, quasi totalmente nella zona di Ferrara, nell’area del Delta del Po.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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